Che cos’è l’Isis-K, cosa significa la sigla, quando è nato, da chi è sostenuto e chi ricopre il ruolo di leader oggi? Il gruppo terroristico al momento risulta avere la sede principale in Afghanistan e sarebbe presente anche in alcuni territori del Pakistan, del Tagikistan e dell’India.

Isis-K che cos’è e qual è significato della sigla

L’espressione Isis-K sta per Stato islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan. È noto anche con le sigle Isk, Isisk, Is-kp e Daesh-Khorasan.

Il nome Khorasan si traduce in “Terra del Sole”. Secondo gli esperti e i ricercatori del Centro per gli studi strategici e internazionali, il riferimento sarebbe ad una regione storica che comprende parti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan.

L’obiettivo principale degli uomini attivi all’interno di questo gruppo è quello di arrivare alla fondazione di un nuovo califfato che riunisca questi tre Paesi, a cui si potrebbero aggiungere anche ex repubbliche sovietiche come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan.

Storia: dalla fondazione ad oggi

Per capire la storia dobbiamo parlare dell’Isil, il quale nel 2014 aveva inviato alcuni suoi rappresentanti in Pakistan per incontrare militanti locali. Nel frattempo aveva distribuito all’interno del territorio volantini, bandiere e del materiale propagandistico.

L’invito era quello di giurare fedeltà a Abu Bakr al-Baghdadi, terrorista iracheno morto poi nel 2019. Nel gennaio del 2015 alcuni membri del Tehrik-i-Taliban Pakistan lo fecero e spinsero tanti altri jihadisti a fare lo stesso.

Con il tempo, il gruppo terroristico si allargò a sempre di più. I membri venivano reclutati non solo tradizionalmente nei villaggi e nelle moschee, ma anche tra le famiglie appartenenti alla classe media urbana dell’Afghanistan.

Il 26 gennaio del 2015 il portavoce ufficiale dell’Isil rilasciò una dichiarazione in cui annunciò la creazione della provincia di Khorasan, scatenando la reazione degli Stati Uniti.

Si unirono anche diversi disertori talebani scontenti e il gruppo non solo aumentò per il numero di persone che giurarono fedeltà, ma furono anche in grado di espandere il proprio potere e il proprio raggio di azione.

Nel 2017 gli Stati Uniti stimarono che l’Isis-K aveva circa 1000 combattenti attivi.

Più di recente, come ricorda la pagina di Wikipedia, sappiamo che nel 2020, la Direzione nazionale della sicurezza ha annunciato l’arresto del capo dell’ISIL, Aslam Farooqi, da parte delle forze militari afgane.

Sebbene ci furono cambiamenti, ritirate e rovesciamenti, le Nazioni Unite hanno continuato a parlare di minaccia.

Gli stessi membri hanno rivendicato una serie di attacchi e di attentati avvenuti, proprio negli ultimi anni, in varie parti del mondo. Prende di mira, spesso e volentieri, gli americani e i loro alleati, considerati i loro più grandi nemici.

L’Isis-K inoltre ha combattuto anche contro altre organizzazioni islamiche estremiste, come i talebani. Ci sono stati loro dietro al tristemente noto attentato suicida all’aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021. A perdere la vita furono civili afgani e militari statunitensi.

L’attentato in Russia

In questi giorni se ne torna a parlare in quanto il gruppo rivendicato, tramite una comunicazione fatta su un canale Telegram, la strage che si è verificata venerdì 22 marzo 2024 nella sala concerti Crocus City Hall di Krasnogorsk, vicino a Mosca. L’attentato ha provocato la morte di centinaia di persone (tra cui dei bambini) e altrettanti feriti.

Dall’altra parte, gli Usa hanno confermato la responsabilità dell’attacco dell’Isis-K, aggiungendo anche di aver avvertito la Russia nelle scorse settimane di alcuni imminenti pericoli.

Il gruppo terrorista sembra accusare il Cremlino di avere le mani “sporche di sangue musulmano”. Il riferimento è agli interventi di Mosca in Afghanistan, in Cecenia e in Siria.

Il leader

Al momento il leader del gruppo sembra essere Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir. Secondo gli esperti del Dipartimento di Stato Usa, l’emiro sarebbe stato stato nominato nel giugno 2020.