Igor Tudor ha accettato con entusiasmo la sfida che gli ha proposto il presidente Lotito e da subito si è messo al lavoro per dare una svolta a questa stagione. La Lazio non sta facendo bene, la posizione in classifica basta per spiegare il momento. L’ambiente è depresso, e per questo il nuovo allenatore deve rappresentare una boccata d’ossigeno e una ventata d’aria per tutti. Il calendario che attende i biancocelesti non è semplice. Tudor se la vedrà subito con il suo passato, la Juventus, prima in campionato e poi a Torino in Coppa Italia per poi chiudere, la prima settimana di fuoco, con il derby con la Roma. Stimolato e pericoloso allo stesso tempo, ma il tecnico è fiducioso e si aspetta una reazione. Oggi intanto, in casa Lazio, Tudor si è presentato in conferenza stampa, accompagnato dal presidente Lotito. Di seguito le sue parole.

Lazio, Tudor in conferenza stampa

L’era di Tudor è ufficilamente cominciata. Dopo l’addio di Sarri che ha scombussolato società, spogliatoio e ambiente, il nuovo allenatore ha cercato di riportare un pò di serenità e ha iniziato i lavori in vista del ritorno in campo. 10 giorni di tempo a disposizione per invertire la rotta. Non sarà semplice, ma ci si deve provare. Mancano 9 partite al termine più le due semifinali di Coppa Italia, forse il vero obiettivo da qui alla fine e Tudor se le vuole giocare al massimo. Due mesi di tempo per farsi un’idea chiara, ristabilire le gerarchie e fare una valutazione completa anche sul futuro, programmando col club la prossima stagione. Mercoledì scorso la presentazione e il discorso alla squadra e poi da subito tanto lavoro tattico. Il cambio di modulo è praticamente obbligato. Per presentarsi alla stampa, nel quartier generale della Lazio, Tudor è intervenuto in conferenza stampa.

“Ringrazio il presidente Lotito per le sue parole. Ho trovato mezza squadra perché tanti sono in Nazionale, ma ho avuto una buona impressione da tutti i punti di vista. Ho trovato bravi ragazzi, predisposti al lavoro. Va dato onore per questo all’allenatore precedente per la cultura al lavoro. I ragazzi sanno che si può e si deve fare meglio, ma è un buon inizio perché c’è voglia di fare. Ogni allenatore porta le sue idee e loro si stanno rapportando bene con il cambiamento. Starà alla mia intelligenza cambiare in modo graduale”.

Tudor era stato avvicinato anche al Napoli, ma ha deciso di rifiutare. Ha accetatto subito con entusiasmo invece la proposta del presidente Lotito.

“La Lazio è una squadra importante e pochi al mondo avrebbero rifiutato. Un club del genere si accetta e basta. Qui l’allenatore è importante e al centro del progetto, questo è quello che avevo notato da fuori e che ho riscontrato anche all’interno. C’è la possibilità di lavorare bene. Modulo? Vedremo in corsa. Ci sono tante cose da valutare. Ci sono giocatori versatili e altri che faticano a fare un certo tipo di gioco. Faremo tutte le valutazioni con il club e vedremo cosa si può aggiustare. Intanto però dobbiamo pensare a chiudere bene la stagione, sia in campionato che in Coppa”.

Kamada e Guendouzi

“Ogni allenatore porta un calcio e un modo di giocare nuovo. Non voglio parlare dei singoli, voglio valutare tutti attentamente. In palestra c’è una bella scritta che mi rappresenta tanto ‘non è la voglia di vincere che determina, ma la voglia di prepararsi per vincere’. Ecco i valuto tutto e poi decido in base a quello. Con Mateo ho un buon rapporto. È un ragazzo sanguinoso, che vuole vincere e giocare sempre, anche se ci fossero 100 partite. Chiaramente non si può giocare sempre, ma queste sono cose di spogliatoio. Son contento di ritrovarlo. Ha una personalità importante e un bel bagaglio di esperienza. Sono felice di averlo. Quinto posto? Non mi esprimo”.

Si sente un sergente di ferro?

“Una brutta descrizione che non mi piace. Sono qui da 4 giorni e ho fatto 6 o 7 allenamenti. Non ho mai alzato la voce perché i ragazzi sono molto disponibili. Ho girato parecchio l’Europa e in Italia si lavora meglio. È chiaro che dovrò stimolarli a fare sempre meglio. Io sono uno esigente, ma fuori dal campo possono chiedermi tutto”.

Finale di stagione

“Tutto è importante, dall’allenamento alla gara. Ora fare valutazioni a lungo termine non serve a niente. Io credo nel presente e nel lavoro. Vogliamo partire forte e so che non sarà facile trasmettere tanto in poco tempo. mi aspetto però che qualcosa si veda sin da subito. Partiremo con gare belle e difficili, mi piace così. Credo nel sacrificio, nel lavoro, ma servono anche i fatti. Sono i giocatori con la loro voglia e le loro qualità che decidono. Io sono contento perché vedo che sono forti, hanno caratteristiche interessanti sia dietro che davanti e possono fare molto bene”.

Il progetto

“Del contratto, della sua scadenza, mi interessa poco. Si lavora, se si va bene bene, sennò posso andare a casa anche domani. Vivo il presente, se faccio bene siamo tutti contenti altrimenti si va avanti. Ci sono alcuni dettagli tattici su cui ora ha poca importanza entrare. Generalmente mi piace un calcio molto offensivo. Mi baserò sulla tipologia di giocatori che abbiamo per capire cosa possiamo permetterci. Sapete già che io giocherò 3-4-2-1? È presto, ma voglio calciatori che siano completi”.

Il debutto

“Vogliamo prepararci al meglio e trovare le giuste motivazioni per cominciare col piede giusto. Affronto ogni partita al 100%. È chiaro che i ragazzi sono motivati quando ci sono i big match. Io però martello di più quando si affrontano le squadre più piccole. Sono due belle sfide, la Juventus e il derby. Partiamo come si deve. Sono felice di essere qui. Immobile? Di Ciro non devo parlare io, ha fatto la storia. C’è grande amore da parte di tutti i laziali e lui è uno che ci tiene tanto. È voglioso, vuol dare il suo contributo. Mi è piaciuto molto nell’ultima gara quando Taty ha fatto gol e lui ha festeggiato in panchina. Tra l’altro potrebbero anche giocare insieme”.

L’aspetto mentale?

“Ci sono tanti fattori che subentrano all’interno di un match. Sarri è un allenatore che stimo tanto, questo ci tengo a dirlo. Ha fatto la storia con il calcio a Napoli e ha vinto tanto. Non mi permetto di commentare il passato. Ho trovato un buon ordine nella linea difensiva. Io ora voglio aggiungere delle cose nuove, ma non voglio entrare nei dettagli. Obiettivi? Vogliamo fare il massimo. Abbiamo un buon rapporto con il club e valuteremo insieme cosa fare questa estate. Non vi dirò qui come ho intenzione di giocare, ne parleremo all’interno dello spogliatoio”.

Derby?

“Quando ero calciatore c’è stata la possibilità di venire alla Lazio in prestito, poi non so cosa sia successo. È una squadra che ha sempre avuto calciatori tosti, tra cui il mio amico Boksic. L’ho sentito in questi giorni, lui ha scritto una bella pagina di storia. Derby? Non ne abbiamo ancora parlato. Per me le partite sono tutte uguali, ma sono felice di assaporare queste gare”.

Il terzetto offensivo

“Un allenatore si deve adattare sempre al materiale che ha a disposizione. Tu puoi proporre anche la stessa idea, ma le cose in città diverse, con ambienti e calciatori diverse, vengono in modo diverso. Io non voglio rinunciare alla mia idea e quello sta alla mia bravura. Vedremo. La difesa? Ho giocatori bravi. A voi piace parlare del modulo, a me no. L’importante è che siano forti. A qualcuno serve un po’ di tempo, a qualcun altro meno. L’importante è avere un gruppo interessante. Sta tornando anche Patric e sono tutti difensori di valore. Luis Alberto? Un giocatore forte che può giocare sia dietro alla punta, sia mezz’ala e addirittura davanti alla difesa se vogliamo essere molto offensivi. È forte, è qui da tanti anni ed è motivato. Si sta allenando bene. Non esiste nessun fine ciclo”.

Dopo l’esperienza a Marsiglia torna in Italia.

“Non mi permetto di commentare il calcio italiano, ma è chiaro che siamo più forti dal punto di vista tattico mentre all’estero c’è più ritmo. Stiamo andando in una direzione di fisicità e ritmo, non rinunciando però alle linee di passaggio e alla struttura della squadra. Il calcio inglese è completamente diverso, ma in Italia abbiamo altre qualità. Ambiente? Non sono uscito dal centro sportivo, ma mi sento molto bene. La società mi ha messo tutto a disposizione e non vedo l’ora che inizino le partite. Oggi nel calcio non si deve rinunciare a niente. A ma piace vincere, non far divertire”.