Il tema della puntata di oggi a “Che Rimanga tra noi”, tutti i venerdì in onda su radio Cusano è l’ageismo, ospite del programma diretto da Alessio Moriggi, Francesca Pierri e Jessica Selassié, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante il Governo giallorosso del Conte II.
Il centro della vita di Lucia Azzolina, 42 anni, è ancora la scuola, ma non più nel dicastero: primo incarico di preside a Siracusa, un anno fa, e ora dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Biella 2.
Azzolina: “Come ministro, ho subito l’ageismo anche se avevo 37 anni”
Dopo aver ricordato di essere stata ministra del ministero che nessuno vuole, Azzolina sul problema dell’ageismo afferma:
“Ho patito la discriminazione dell’ageismo, in Italia sei considerata incompetente se sei troppo giovane, ma io quando sono arrivata al Ministero avevo 36/37 anni. Però più che su di me l’ho visto subire dai ragazzi e dagli studenti durante il Covid”.
L’ex ministra che ha avuto l’incarico durante la pandemia, racconta:
“Durante il Covid ho visto il peggio per gli studenti, i giovani non interessavano minimamente, le scuole potevano anche chiudere mentre era più importante mandare la gente a lavorare”.
Azzolina: “La scuola è produttrice di Pil, facciamo votare i giovani a 16 anni”
“La scuola passa in secondo piano perché non è percepita come produttrice di Pil, anche se la scuola produce valore umano, valore che domani sarà quello economico. Io ho visto molta più maturità nei ragazzi rispetto agli adulti. Poi in questo Paese parlano di giovani, quelli che giovani non sono più da tanto tempo”.
Incalzata dai conduttori radiofonici, spiega:
“I giovani sono quelli che portano avanti i temi del futuro come i problemi ambientali, portati alla luce da una ragazzina di 16 anni, il tema dell’ambiente non sembra minimamente interessare. Senza dimenticare che sono stati i giovani che durante il Covid hanno fatto di più, come il volontariato”.
E poi sul tema della partecipazione e maturità aggiunge: “Facciamoli votare a 16 anni, solo così li rendiamo più partecipi, ma soprattutto facciamo che la politica si interessi a loro”
Azzolina: “La scuola è l’unico ascensore sociale”
“Questo è un Paese conservatore”, lamenta l’ex ministra che giustifica anche la scelta dei banchi a rotelle, come sedute innovative che esistevano già dal 2012, ma soprattutto spiega:
“Nessun chirurgo trova una sala operatoria uguale a quella di 50 anni fa, invece le classi sono rimaste ancora così con quelle strutture, anche se il modo di comunicare e interagire tra alunni e docenti è cambiato”.
Poi l’educazione all’affettività di cui si parla molto e che per Azzolina serve introdurla fin dalla scuola d’infanzia perché i bambini fin da piccoli imparino a gestire le proprie emozioni Creare ques.to tipo di consapevolezza “aiuta a prevenire” episodi di violenza di genere e di bullismo.
“L’educazione all’affettività. Il tema dei femminicidi ne è un esempio, avere persone educate all’affettività significa avere adulti consapevoli. E poi è un altro tipo di intelligenza quella emotiva e tra i compiti della scuola è tirare fuori il meglio dagli studenti”.
Infine il tema della Famiglia:
“La scuola funziona solo se si ha alleanza con la famiglia, una cosa è l’interferenza. Il mio sogno da piccola era diventare dirigente scolastica, la politica non poteva essere la mia professione, in politica tanti no non puoi dirli”.
“Io vengo da una famiglia umile, studiare mi piace e lo studio è l’unico ascensore sociale in questo Paese”