Basta guardarlo negli occhi, quelli non mentono mai, specie se si tratta di Mateo Retegui con addosso la maglia dell’Italia. Un pò Iron Man e un pò Batman, un supereroe dalla firma, e dalla fame, inconfutabile: il gol. Segna, esulta e fa esultare, ma sopratutto fa sognare in vista di Euro 2024, lì dove Spalletti avrà un disperato bisogno di un bomber capace di comandare in area di rigore.
Mateo non ha paura di prendersi questa responsabilità. Gioca con la consapevolezza di voler essere grande, la garra argentina si vede tutta in questo, abbinata al sapere tattico italiano. Un mix esplosivo maneggiato con cura, ma che deflagra nel momento del bisogno. Scoppio dirompente che arriva quando la rete si gonfia e i sorrisi piovono, colore azzurro acceso. E la fiducia cresce come non mai, perchè l’Italia questa volta sembra sia riuscita a fare centro.
Mateo Retegui abbraccia l’Italia, storia di un bomber trovato
L’Italia calcistica è quel paese che da tempo immemore svezza giovani virgulti nel segno della lentezza, arma della paura e della mancata voglia di pensare al futuro. Occhi solo al presente, al risultato immediato, all’arraffare alla bell’e meglio sul momento e godere della conquista, senza pensare ad un fattore: il tempo. Tiranno e insensibile quando decide di metterti in faccia la dura realtà. Nel caso dell’Italia quella di un interruzione in zona attacco, avarizia di punte e di talento, un reparto privo di emozione.
Mancini ci provò all’epoca, il segnale fu chiaro a tutti, la chiamata di un esercito di giovani di belle speranze fatto più per disperazione che per convinzione. Era il tempo di Gnonto, di quel Pafundi che il campo di Serie A non riusciva a guardarlo con il binocolo ma con “qualità straordinarie” come diceva il Mancio, ma con dietro un messaggio chiaro: siamo in ritardo.
Lo hanno dimostrato i fatti, dove non spiccano quei nomi capaci di fare la differenza quando la situazione lo rende necessario. Ma Mancini va ringraziato. Nel marasma delle convocazioni ai limiti del senza senso, è riuscito a fare centro con Retegui. “Lo seguiamo da tempo, ricorda Batistuta“. Sbam, così all’improvviso. Paragone super azzardato che probabilmente non riuscì a dare i contorni della serietà all’idea manciniana dell’epoca. A parlare però sono sempre i fatti, e quelli diedero (e danno) ragione all’ex ct campione d’Europa.
Esordio con Inghilterra e Malta: due gol. Niente male davvero. Una storia d’amore pronta a sbocciare ma subito interrotta a causa dei problemi fisici del giocatore, che ha perseverato nella volontà. La sua fortuna (un pò meno per l’Italia) è stata quella di non avere una concorrenza di spicco: Immobile lontano parente del bomber implacabile conosciuto, Raspadori lontano dal rappresentare il tipico numero nove, Scamacca la cui testa non sembra andare di pari passo con le sue capacità tecniche. Retegui sembra essere stato aspettato per costrizione, ma se i risultati devono essere gol con continuità, allora ben venga.
Gli ultimi due gol contro il Venezuela fanno ben sperare: il primo di opportunismo, il secondo da famelico sentendo la porta alle sue spalle e senza pensarci due volte: giro e tiro. Il risultato? Gol e tanta speranza.
Alla conquista dell’Europeo
I numeri da bomber ci sono eccome, fino ad oggi Retegui ha messo insieme 5 presenze in Nazionale, per un totale di 4 gol. Il dato che però fa pensare positivo è un altro: queste marcature sono arrivate in appena 346 minuti giocati in un insieme di 4 partite da titolare e solo una da subentrato, praticamente quasi un gol a partita.
Numeri da cannibale, quella fame a cui l’Italia fa affidamento per difendere il titolo. E non solo, si è lasciato andare anche Spalletti, speranzoso nelle dichiarazioni post Venezuela: “Retegui è perfetto. Ha fatto un lavoro straordinario come finalizzazione, ma soprattutto ha fatto salire la squadra. Dentro l’area di rigore sapevamo fosse così, ma poi gli va detto bravo anche per tutto il lavoro sporco che ha fatto con la squadra che da un punto di vista di impatto fisico era penalizzata rispetto a loro”.
Un inno alla gioia, di quelli potenti e cantati a pieni polmoni, anche il ct non si è voluto nascondere. La ricerca sembra essere arrivata all’El Dorado, poter dire di aver trovato il tanto agognato bomber. Con queste prestazioni una cosa sembra essere certa, ovvero un Retegui punto di riferimento per l’attacco dell’Italia per il futuro, ma sopratutto per l’Europeo. La sensazione è che nessuno, ora come ora, possa togliergli il posto, anche se lui non si sbilancia: “Io sono tranquillo, devo mantenere i piedi per terra e continuare così”.
Giovane saggio, anche se in cuor suo sa di ritrovarsi davanti a tutti. E fa bene, perchè ad oggi i gol servono. Lui li fa, con quel tocco da Re Mida che rende tutto oro. Anche le emozioni.