La notizia relativa all’indagine SEC su Ethereum, in particolare sul suo essere in realtà una security, ha naturalmente provocato una grande impressione nell’ecosfera. Se in un primo momento i commenti si sono concentrati sulle possibile ripercussioni su ETH, a partire dal sempre più possibile slittamento degli ETF spot, ora la discussione è diventata molto più ampia. Il motivo è facilmente intuibile: nelle condizioni di Ethereum si trova un numero esorbitante di progetti, in pratica tutti quelli che propongono lo staking.
Ethereum, ma non solo
È stato il Presidente della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, Gary Gensler, a far capire l’aria che tira sull’innovazione finanziaria. Proprio lui, infatti, ha accennato alla possibilità che le catene di proof-of-stake potrebbero assomigliare a contratti di investimento. Ove questa impostazione fosse ritenuta legittima, potrebbero essere considerate titoli.
Naturalmente, proprio questa impostazione è ora confutata dai criptofans. Secondo loro, infatti, esiste una differenza abissale tra Ethereum e i titoli tradizionali: la decentralizzazione. se è vero che Vitalik Buterin viene spesso associato a ETH, il suo apporto allo sviluppo di EVM si configura come un contributo pari a quello di tutti coloro che lo fanno.
Si tratta però di una affermazione che andrebbe effettivamente analizzata, considerato come da più parti, e da tempo, si affermi che la decentralizzazione di molte blockchain sia un valore più vantato che effettivamente praticato. Ad esempio, nel caso di Ethereum, a scalfirlo in maniera non proprio lieve è proprio il funzionamento dello staking. Sono infatti necessari 32 ETH per poterlo fare e, alla luce del prezzo del token, si prefigura un impegno finanziario di grande rilievo, non proprio alla portata di tutti.
I problemi sul tavolo
C’è però un fatto che inizia ad essere visto alla stregua di un controsenso, da molti osservatori. La Commodities Futures Trading Commission (CFTC), la controparte della SEC, ha infatti da tempo riconosciuto ad ETH lo status di commodity, consentendogli di godere di un quadro normativo del tutto chiaro.
La classificazione di Ethereum come titolo, avrebbe a questo punto ripercussioni di larga portata per le imprese e gli investitori che hanno già deciso di impegnarsi nella piattaforma. Una ridefinizione dello status di ETH si tradurrebbe automaticamente in incertezza normativa. L’esatto opposto di ciò di cui necessita un ecosistema per attirare investimenti e favorire l’innovazione.
I danni, però, potrebbero estendersi anche alla SEC, che perderebbe in termini di credibilità. E non a caso, ormai da tempo, molti politici repubblicani mostrano il loro aperto dissenso dall’operato di Gary Gensler, di cui non è difficile prevedere l’avvicendamento nel caso in cui Trump tornasse alla Casa Bianca.
Peraltro sarebbe difficile giustificare il fatto che la stessa SEC abbia approvato i futures su ETH all’interno delle borse regolamentate mesi dopo il Merge. Ovvero dopo l’evento che avrebbe in pratica fatto di Ethereum un titolo. La domanda è in fondo logica: se l’agenzia era arrivata alla risoluzione proprio a causa del Merge, perché approvarli, escludendolo dal novero delle securities?
La situazione di Ethereum è comune a tutti i progetti Proof-of-Stake
Non pochi sostengono che un mutamento della classificazione di Ethereum, a distanza di un decennio dal suo sbarco sul mercato, sarebbe estremamente dannoso. Un giudizio dato, peraltro, limitando la questione alla blockchain di Vitalik Buterin.
Il problema è che la EVM è un ecosistema popolato da un gran numero di soluzioni che hanno puntato con decisione sullo staking. Una soluzione ideale non solo in termini di sicurezza, ma anche per entrare nel mondo della Decentralized Finance. Staking che, a sua volta, si è evoluto nel corso degli ultimi anni, originando un gran numero di soluzioni dedicate a quello liquido.
Soluzioni che hanno non solo risolto alcuni problemi derivanti dal blocco degli asset e dalla loro illiquidità, tipici dello stoccaggio tradizionale, ma anche creato le basi per un salto di qualità della DeFi. Tutti quanti si ritroverebbero ora nelle stesse condizioni di incertezza di Ethereum. Ecco perché la preoccupazione con il passare delle ore si è propagata all’intero settore crypto.