Tra i 3 e i 5 miliardi di dollari: questo è il primo conto presentato dal governo degli Stati Uniti alla proprietà di FTX. La richiesta è stata presentata presso il tribunale che si sta occupando della questione e include i clienti FTX, i prestatori di Alameda Research, le spese amministrative e le richieste dei creditori non governativi. Questo è però solo l’antipasto, poiché arriveranno anche i pagamenti relativi alle richieste di risarcimento del governo degli Stati Uniti.

L’entità reale dei risarcimenti è ancora incerta

Oscilla quindi tra i 3 e i 5 miliardi di dollari l’entità delle prime richieste di risarcimento del governo degli Stati Uniti (USA) nei confronti di FTX, l’exchange di criptovalute crollato all’inizio di novembre del 2022. Un crac clamoroso, tale da inghiottire decine di miliardi di dollari e rovinare un gran numero di investitori.

Un evento che ha contribuito ad amplificare gli effetti del crypto winter riversandosi alla stregua di un uragano sul mercato delle cripotvalute. Un uragano per il quale, ora, la giustizia statunitense è chiamata a dispensare le punizioni.

Questo è quanto riportato in un documento presentato alla Corte per il distretto meridionale di New York, che si sta occupando della vicenda. Occorre comunque precisare che si tratta per ora di semplici indicazioni, in quanto le cifre potrebbero essere soggette a modifiche a seguito di negoziazioni con le autorità competenti.

Dopo l’evasione di tutte le richieste di risarcimento governative e fiscali, i debitori potranno utilizzare i proventi residui, se ce ne saranno ancora, a favore degli azionisti. A imporre questo percorso è il Chapter 11, la modalità che regola le procedure fallimentari negli Stati Uniti.

Inoltre, i debitori propongono che il 100% dei “proventi della remissione SNDY”, ovvero fondi o beni restituiti alla proprietà FTX da parte dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York o da altre autorità governative all’interno di un processo di remissione, sia distribuito ai clienti danneggiati e ai prestatori di Alameda Resarch.

Una volta che saranno state coperte le spese amministrative e soddisfatti i creditori non governativi, sino ad un quarto di quanto distribuibile andrà poi a coprire le richieste di imposte federali sul reddito degli Stati Uniti. Mentre il resto sarà usato a copertura delle richieste di Commodity Futures Trading Commission e altre autorità governative.

Una linea di difesa sconsiderata

Mentre le vicende processuali vanno avanti, non smette di far discutere la protervia di Sam Bankman-Fried. Il CEO e fondatore di FTX, infatti, ha affermato che non c’è stato alcun danno per i clienti dell’exchange fallito. Affermazioni additate come sconsiderate e false dall’attuale CEO di FTX, John J. Ray III.

Bastava infatti leggere alcune delle tante testimonianze depositate in tribunale dagli interessati, per capire come la realtà sia drammaticamente diversa. Una sorta di scollegamento testimoniato del resto dalla difesa di Bankman-Fried, che ha proposto una pena di sei anni di reclusione. Mentre l’accusa ha indicato come congrua una pena detentiva da 40 a 50 anni, con il corollario di una multa pari a 11 miliardi di dollari.

Richieste le quali sono additate dalla difesa del fondatore di FTX come il rigurgito di una visione medievale della giustizia. Un riferimento, quello al Medioevo, che probabilmente sarebbe più adatto alla visione della vita evidenziata da Sam Bankman Fried durante la sua navigazione nel mondo del business.

Le ricadute politiche della questione FTX

Naturalmente, le vicende processuali di FTX sono destinate a lasciare ripercussioni di non poco conto. In particolare, potrebbero andare a influenzare la discussione politica, in cui proprio il tema degli asset digitali sta assumendo grande rilevanza.

Ad avvantaggiarsi dell’impressione sgradevole che lascia il crac dello scambio potrebbe essere in particolare chi propone una regolamentazione stretta del settore. A partire da Liz Warren, molto attiva su questo fronte, tanto da essere indicata alla stregua di una bestia nera dai criptofans. In effetti sembra impossibile far finta di nulla a fronte di una vicenda come quella di FTX, dalla quale emerge chiaramente la pericolosità di un quadro normativo ben preciso.