Guerra al Fast Fashion: l’ecotassa Shein pone fine ai prezzi irrisori dei capi di abbigliamento venduti dalla piattaforma cinese.
Con la nuova tassa che colpirà la piattaforma Shein e simili le consumatrici accanite si dovranno dimenticare di ricevere capi di abbigliamento e accessori a 2 euro. Si parla di ecotassa Shein proprio per preservare il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori coinvolti. Il costo aggiuntivo che verrà applicato comporterà un rallentamento nella produzione dei capi di abbigliamento.
Cosa cambierà con l’ecotassa Shein? Sarà la fine del fast fashion? Scopriamo quali sono le novità che saranno introdotte dalla Francia.
Con l’Ecotassa Shein sarà la fine del Fast Fashion?
L’Ecotassa Shein metterà in crisi il Fast Fashion: nel marketing uno dei temi più dibattuti è il Fast Fashion, ovvero la produzione di capi di abbigliamento avente un impatto ambientale determinante. Il punto di forza delle imprese che operano nel Fast Fashion è il prezzo: sulla piattaforma Shein è possibile reperire capi di abbigliamento a 2 o 3 euro. Il basso prezzo giustifica la pessima qualità degli abiti ed il lancio di nuove collezioni in tempi fast.
La mission delle imprese che operano in questo mercato è quella di offrire ai propri consumatori capi di tendenza ad un prezzo davvero conveniente. I destinatari dei capi prodotti dal Fast Fashion sono attentissimi alle tendenze del momento, ma hanno scarsa disponibilità economica. A rivolgersi al Fast Fashion sono consumatori che hanno poca disponibilità economica e che preferiscono cambiare continuamente il guardaroba. La domanda per questi capi di abbigliamento è perennemente in crescita e non esita a diminuire. Tuttavia, il disegno di legge presentato in Francia potrebbe cambiare le carte in tavola.
Altri Stati potrebbero seguire l’esempio della Francia? I cugini d’oltralpe hanno approvato il disegno di legge per introdurre un’ecotassa sui capi di abbigliamento prodotti dai grandi colossi, che non rispettano i diritti dei lavoratori e le politiche ambientali. L’ecotassa Shein potrebbe essere applicata a Wish, Temu e ad altre piattaforme similari.
La tassa si sostanzierà nell’applicazione di un extra costo pari a 5 euro per ogni capo di abbigliamento prodotto nel Fast Fashion. Entro l’anno 2030 l’extra costo applicato sui capi di abbigliamento importati aumenterà a 10 euro. Gli introiti saranno destinati a produttori che realizzano capi di abbigliamento rispettando l’ambiente.
Con l’approvazione del disegno di legge in Francia viene proibita la pubblicità di Shein e di tutti i colossi del fast fashion. Inoltre, con l’approvazione del provvedimento le imprese del Fast Fashion saranno obbligate a fornire informazioni veritiere ai clienti finali sull’impatto ambientale dei loro cicli di produzione. Non saranno irrogate sanzioni nel caso in cui siano violate le regole riguardanti il volume massimo di importazioni.
Shein ed il Fast Fashion: quali sono i pro ed i contro?
Shein e tutti i giganti del Fast Fashion presentano interessanti vantaggi: molti capi non è detto che siano di così bassa qualità, potrebbero durare anche qualche anno. Uno dei pro è quello di permettere ai consumatori finali di acquistare vestiti che si assomigliano a quelli prodotti dai grandi marchi di lusso, acquistandoli a prezzi davvero bassi.
Ciò permette ai clienti finali di rinnovare sempre il guardaroba senza dover spendere tantissimi soldi. Non a caso, il Fast Fashion è adatto a tutti coloro che sono attentissimi alle ultimissime tendenze, ma non hanno disponibilità economiche per acquistare brand griffati.
Acquistare capi di abbigliamento del Fast Fashion significa comprare capi a prezzo davvero basso: ciò implica che i costi di produzione sono esigui, i cicli di produzione non sono sostenibili, i tessuti utilizzati non sono ecologici e lo stipendio dei lavoratori e delle lavoratrici è davvero basso. Le aziende del Fast Fashion non si preoccupano minimamente della sostenibilità ambientale e inquinano tantissimo.