202 giorni dopo l’infortunio di New York, adesso Matteo Berrettini è finalmente rientrato. A Phoenix ha disputato un grande torneo, ma a Miami si è reso conto che ci vorrà ancora del tempo per tornare al top della forma fisica e mentale. Contro Murray ha accusato il colpo, ma è solo l’inizio della sua nuova vita. Intanto anche Sinner si prepara per scendere in campo a Miami e ancora una volta sarà lui l’uomo più atteso. Per commentare il prossimo torneo di tennis, il rientro di Berrettini, e le aspettative su Sinner a Miami, Cipolla, ex tennista e allenatore, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Tennis, torna Berrettini: Cipolla commenta a Tag24

Dopo un periodo complicato e un’attesa durata circa sette mesi, finalmente Matteo Berrettini è tornato in campo. Dovrà riacquisire il ritmo partita e tornare al massimo della forma anche dal punto di vista atletico, ma la testa è finalmente sgombra. Dopo aver toccato il punto più alto del suo percorso nel 2023, raggiungendo l’ottavo di finale a Wimbledon, contro Alcaraz, il momento più buio. L’infortunio di New York alla fine di agosto contro Rinderknech e un duro lavoro fino ad arrivare ad oggi. Nel torneo di Phoenix ha riassaggiato il campo, perdendo poi in finale contro Borges e 202 giorni dopo è arrivato a Miami. Per commentare il prossimo torneo di tennis, il rientro di Berrettini, e le aspettative su Sinner al Miami Open, Cipolla, ex tennista e allenatore, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Sono giorni importanti per il ritorno di Matteo Berrettini: come lo hai visto e cosa ti aspetti dal futuro?

“Un ottimo inizio per lui, che al primo torneo è arrivato subito in finale e ha giocato tanti match durissimi e di grande livello. È davvero importante che lui stia bene fisicamente e l’ho visto molto motivato anche dal punto di vista mentale. Credo che per lui questo sia stato un nuovo inizio davvero positivo”.

Prima di fermarsi aveva raggiunto l’apice della sua carriera, adesso a cosa può ambire?

“Lui è un grande tennista e se sta bene fisicamente ed è motivato, può tornare al top in breve tempo. Purtroppo è stato abbastanza martoriato dagli infortuni nel corso della sua carriera e adesso è rientrato per l’ennesima volta. Tornare in campo dopo sei mesi non è certamente facile, ma credo che lui possa tornare al massimo livello”.

Miami Open

Occhi puntati ovviamente su Sinner a Miami, cosa ti aspetti da Jannik?

“Sinner sta facendo cose pazzesche e sta scrivendo la storia del tennis in generale, non solo italiano. Quest’anno ha perso la prima partita la scorsa settimana nella semifinale di Indian Wells e i risultati bastano da soli per poter parlare. Ha già vinto uno Slam, ha vinto la Coppa Davis e ha perso forse due partite negli ultimi cinque o sei mesi. I suoi obiettivi sono chiari e credo che lui voglia arrivare ad essere il numero uno del mondo. Un traguardo che può assolutamente raggiungere”.

Di chi ci dobbiamo preoccupare di più in questo impegno di Miami? Alcaraz e Medvedev restano i pericoli principali?

“E’ un Masters 1000 quindi saranno tutte partite molto dure. Quelli più preoccupanti per Sinner, considerando che Djokovic non c’è, sono sicuramente Alcaraz e Medvedev, ma non sono gli unici. Bisogna fare attenzione anche a giocatori meno noti, ma che possono dare molto fastidio”. 

Il movimento italiano

Dietro a Sinner e Berrettini tanti giovani di qualità, come Cobolli. Questo è l’esempio di un movimento che sta vivendo un momento straordinario?

“Assolutamente sì, per il tennis italiano è un momento pazzesco. Cobolli è giovane ma ha tanta qualità ed è già molto forte. Ha 21 anni, è già il numero 60 al mondo ed ha un grande potenziale. Abbiamo giocatori importanti al vertice, e ne abbiamo di grande talento tra i primi 100, con tanti giocatori su cui puntare anche nei primi 200. E poi c’è il doppio e anche lì possiamo dire la nostra con Bolelli e Vavassori che possono fare molto bene. È un momento straordinario e credo che è meglio di così sia difficile immaginarlo”.

Considerando la qualità di questi ragazzi e la loro età, è un movimento che può crescere ancora?

“Certo, si può crescere ancora perché quasi tutti questi ragazzi sono molto giovani e hanno iniziato il loro percorso da poco. Sono tutti forti, hanno talento e prospettiva di crescita. L’Italia ha un grosso potenziale e tanto margine”.