Il capitolo di Sarri con la Lazio si è concluso e adesso starà a Igor Tudor scrivere la sua pagina di storia. Ieri si è presentato alla squadra, mostrando da subito il carattere e la sua idea di gioco. Saranno giorni di stravolgimento per i biancocelesti, che dovranno adeguarsi nel minor tempo possibile a un nuovo modulo. Il passaggio dalla difesa a 4 alla difesa a 3 appare abbastanza immediato, anche se non è detto che il nuovo allenatore deciderà di schierarla già contro la Juventus. Per commentare la nuova Lazio di Tudor, Franco Nanni, che con i biancocelesti ha giocato dal 1969 al 1975, diventando anche campione d’Italia nel ’74, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La nuova Lazio di Tudor, Nanni commenta a Tag24

Igor Tudor si è presentato alla squadra e da ieri ha iniziato il suo lavoro. Dovrà rivoluzionare la Lazio e, complice la sosta per le Nazionali, avrà una decina di giorni di tempo per farlo. Al rientro però il calendario metterà subito il mister di fronte a tante difficoltà. L’esordio con la Juventus, poi il match con i bianconeri a Torino per l’andata della semifinale di Coppa Italia e subito dopo il debry. Partire bene potrebbe fare la differenza, ma soprattutto potrebbe far ritrovare serenità a un ambiente depresso e fiducia a uno spogliatoio che sembra ormai spaccato. Il compito non sarà certo semplice, ma queste partite che mancano da qui alla fine saranno significative anche per costruire la squadra del futuro. Per commentare la nuova Lazio di Tudor, Franco Nanni, che con i biancocelesti è stato campione d’Italia nel ’74, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

E’ iniziato ufficialmente la nuova era di Igor Tudor: è un allenatore che ti piace? Pensi sia l’uomo giusto per ripartire con la Lazio?

“Non lo conosco personalmente ma posso dire che credo che sia una persona seria. Per il resto, per valutare le sue capacità in campo, dovremo aspettare. A Verona ha fatto piuttosto bene mentre a Udine un po’ meno, ma questa è una piazza ancor più complicata. La gente alla fine si basa solo sui risultati, e se li fai sei bravo mentre sei non li fai cambia tutto. Ho sentito dire che è un sergente di ferro e mi auguro intanto che possa creare l’ambiente giusto, perché sarebbe determinante. Questa è una città con tante tentazioni e lui deve farsi rispettare, soprattutto da quei giocatori che nell’ultimo periodo si sono un po’ persi”.

Deve lavorare sulla testa e riportare serenità, questo è il suo primo compito?

“Deve ricreare un gruppo coeso e deve chiudere immediatamente con il passato. Io non so cosa sia successo con Sarri, ma è evidente che questa squadra non era tranquilla. Ora si deve mettere un punto e ripartire da capo, mettendo tutte le cose in chiaro. Questo è un ambiente particolare e lui deve mettere i puntini sulle i e far sì che vengano rispettate determinate regole. Solo così si può cambiare tutto, considerando anche il fatto che non ci sono più gerarchie”.

Poco più di una settimana di lavoro prima del match con la Juventus. Bastano a Tudor per rivoluzionare la Lazio e passare dalla difesa a 4 alla difesa a 3?

“Alla Lazio ci sono tutti i giocatori esperti, che bene o male nel corso della loro carriera le hanno provate tutte. Ovviamente del cambio di modulo qualcuno potrà giovare più di qualcun altro, e di punto in bianco ci sono calciatori che potrebbero trovarsi a disagio mentre altri ne terreranno beneficio. Dovremo aspettare un attimo per capire come si rapporteranno con il nuovo modulo e con il nuovo allenatore. Vi dico la verità, mi piacerebbe molto poter vedere la Lazio giocare con un 4-2-3-1 perché con la qualità che ha e con la possibilità di inserire le tre mezze punte, si potrebbero liberare la fantasia e la personalità di calciatori che quando sono in forma possono fare davvero la differenza”.

Ripartendo da Immobile, oppure il suo ciclo in biancoceleste si è chiuso?

“Si chiacchiera tanto, ma alla fine l’unico che fa gol è sempre lui. Certo, Immobile non è più brillante come nel passato, ma credo che la verità sia sempre nel mezzo. Purtroppo che segna meno è evidente, ma è altrettanto vero che gli danno molti meno palloni giocabili. Se in una partita riceve due palloni e uno lo sbaglia, la media è il 50%. È ovvio che se dovessero arrivargliene di più, potrebbe aumentare anche i suoi gol. In questi anni ha dato dimostrazione della sua forza, del suo coraggio e stiamo parlando di un cannoniere di razza”.

Solo la Coppa Italia può salvare la stagione della Lazio?

“In questo momento è l’unico traguardo da raggiungere. L’Inter è scappato e il Milan si sta conquistando il secondo posto; la Roma sta andando a tremila e anche la possibilità di arrivare in Champions League ormai la vedo remota. Il traguardo più vicino può essere proprio il trofeo nazionale. Non sarà semplice ovviamente perché anche per la Juventus quelle due partite possono essere determinanti. Speriamo che con l’arrivo di Tudor possa scoccare questa scintilla, un po’ come è successo con la Roma, che dall’arrivo di De Rossi ha inanellato una serie di vittorie consecutive. Il suo impatto lo vedremo subito, già sabato prossimo”.