È stato eseguito a Boston, negli Usa, il primo trapianto di rene da un maiale ad un uomo in vita. Non era mai successo prima d’ora. L’operazione, che per il momento sembra essere andata bene (anche se sono ancora da vedere gli effetti sul lungo periodo), potrebbe portare ad un’importante momento di svolta nella storia della medicina e della chirurgia.
Usa, trapianto di rene da maiale a uomo in vita: l’operazione
A riportare la notizia del primo caso al mondo di trapianto di rene da un maiale ad un paziente in vita è stato il celeberrimo giornale americano New York Times, sul proprio sito online.
La testata statunitense ha riferito che un’equipe di chirurghi ed esperti del Massachusetts General Hospital di Boston ha effettuato questa operazione che potrebbe rivelarsi pionieristica per tale settore.
I dottori hanno trapiantato l’organo di un animale, geneticamente modificato, su un uomo con una malattia renale che si trovava ormai allo stato terminale. Il paziente è un soggetto di 62 anni di origini afroamericane.
Ciò potrebbe rappresentare un momento di svolta davvero significativo. In caso di successo completo del trapianto, potrebbero esserci speranze per migliaia e migliaia di pazienti che da anni si trovano in liste d’attesa per ricevere un organo nuovo.
A compiere l’operazione sono stati i chirurghi e gli esperti che hanno seguito il paziente nelle varie fasi della malattia. Ma com’è andata? Come sta adesso l’uomo?
Le condizioni del paziente
Al momento, secondo quanto riferito dal New York Times, i segnali sembrano essere promettenti. Il paziente per adesso è ancora sotto osservazione. I suoi reni sembrano svolgere la loro consueta funzione,
L’organo nuovo derivante da un maiale, geneticamente modificato, stando all’articolo pubblicato sul noto giornale americano, avrebbe iniziato a produrre urina poco dopo l’importante intervento di chirurgia che è avvenuto lo scorso fine settimana.
La notizia è iniziata a trapelare solo di recente e oggi è arrivata anche in Italia, facendo il giro del web, dei social e dei giornali in poco tempo.
Inoltre sembra che l’uomo di 62 anni riesca già a camminare in modo quasi autonomo tra i corridoi dell’ospedale in cui risulta essere ricoverato. I segnali, insomma, farebbero pensare che il paziente potrebbe essere dimesso tra qualche giorno.
Per ora però, come abbiamo detto, rimane sotto stretta osservazione medica. Prossimamente poi bisognerà vedere come reagirà il suo corpo con l’introduzione del nuovo organo.
La preoccupazione principale, come può avvenire spesso in casi di trapianto, è quella che l’organismo dell’uomo rigetti il rene ricevuto. In ogni caso, il 62enne, dovrà continuare a sottoporsi a controlli periodici e visite mediche dettagliate.
È stata la prima volta al mondo perché fino a questo momento i trapianti effettuati da un animale ad un essere umano avvenivano quando quest’ultimo era in morte cerebrale.
L’opinione dei medici
Qualora tale operazione dovesse in futuro rivelarsi un successo, potrebbero esserci serie speranze per quanto riguarda il settore di trapianto di organi. Proprio quest’ultimo, nel mondo, non è poi così diffuso. Le motivazioni sono diverse.
Per tale motivo i ricercatori, i dottori, i chirurghi e gli esperti hanno cercato e continuano a cercare delle vie alternative.
Come ha osservato il dottor Winfred Williams, del Mass General Hospital di Boston, nefrologo curante del paziente, ci potrebbe essere una possibile soluzione all’annoso problema dell’accesso inadeguato dei pazienti ai trapianti di organi.
Leonardo Riella, direttore medico per i trapianti di rene al Mass General, come riportato dall’Adkronos, In merito a questa vicenda ha affermato che, tra gli aspetti positivi, vi è il fatto che qualora i reni di animali geneticamente modificati potessero essere trapiantati su larga scala, si potrebbero superare terapie che vengono utilizzate oggi (e che sono efficaci) come la dialisi.
Lo scorso 14 marzo noi di Tag24.it abbiamo intervistato, proprio in occasione della Giornata Mondiale del Rene, il presidente di FIR, il dottor Morosetti.