In nome di Gianni Mura nascerà nella sua Milano, alla Fabbrica del Vapore, la Biblioteca dello sport. Sarà intitolata al giornalista di Repubblica scomparso il 21 marzo del 2020 e lo ha annunciato lo stesso quotidiano, di cui era una delle firme più autorevoli. Era l’allievo prediletto di Gianni Brera a cui si avvicinò per chiedere consigli: “La prima volta – racconta Repubblica – gli domandò un appuntamento per avere consigli, capirne i segreti del mestiere. Brera lo invitò sul lago e gli chiese una mano nel raccogliere le uova, con l’avvertenza di fare attenzione a un’oca feroce ribattezzata da lui De Gaulle. Condividevano tutto, lo stile, l’acume, l’amore per la letteratura e la buona tavola”.
Alfiere di un giornalismo ironico, competente e dissacratore
Nel ’92, quando Brera morì in un incidente stradale, Mura dettò, tra le lacrime, un pezzo a braccio come solo i grandi sanno fare. Era a Malta per seguire la nazionale di calcio. In quel giorno drammatico nacque una generazione di orfani, “i senza Brera”. Ne raccolse l’eredità proprio il giornalista di Repubblica ma da quel 21 marzo del 1920 c’è un’altra generazione di orfani, “i senza Mura”, quelli che sentono la mancanza di quel giornalismo ironico, competente e dissacratore di cui Brera e Mura erano autentici maestri.
Stefano Bisi