Pupo e Lituania? parafrasando un noto passaggio letterario de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, “questo matrimonio non s’ha da fare“. Sta rimbalzando in tutta la Rete la notizia che la voce di “Gelato al cioccolato” e “Firenze Santa Maria Novella” non si esibirà nel concerto del prossimo 26 marzo previsto a Siauliai in quel paese. Le ragioni non sono tecniche né di salute (nelle prime ore si parlava di un calo della voce) ma prettamente politiche. Ragioni che vanno ricercate pochi giorni addietro quando l’artista toscano si è esibito al Cremlino e ha rilasciato alcune dichiarazioni che non sono piaciute a tutti. Ecco cosa è accaduto.
Pupo e Lituania, la censura
Enzo Ghinazzi (questo il vero nome del musicista) non canterà a Siauliai. A comunicarlo ufficialmente sono le istituzioni lituane che non hanno ben digerito la sua esibizione presso il Cremlino nei giorni scorsi. In un comunicato stampa ufficiale, gli organizzatori del concerto hanno definito la cancellazione dell’evento in questo modo:
“Arriva una una buona notizia per tutti coloro che non sono indifferenti all’aggressione russa all’Ucraina. Sentiamo la necessità di chiudere le porte della Lituania a tutti gli artisti filo-russi.”
La reazione del cantante
Non s’è fatta attendere la reazione di Pupo alla cancellazione del suo concerto in Lituania. Parlando con l’agenzia russa Tass, con cui ha rapporti, ecco cos’ha dichiarato ufficialmente:
“Io credo che la cultura, l’arte e la musica non debbano subire mai alcun tipo di censura!”
Proprio nei giorni scorsi, l’Enzo nazionale aveva ribadito che la sua presenza a Mosca voleva essere un messaggio di pace. Un messaggio di pace chiaramente non percepito così da altre nazioni. Questo ha destato stupore nell’ugola d’oro:
“Io canto in Russia con gioia, volentieri, come canto volentieri anche in Lituania e in ogni Paese del mondo. C’è però da dire una cosa: i signori lituani parlano di intolleranza ma in questo caso mi sembra che gli intolleranti siano loro, perché in Russia nessuno mi hai messo di fronte a una scelta simile.”
E non solo:
“Ecco questa cosa non l’avrei mai accettata perché sono un uomo libero. Non ho mai obbedito a nessuno e ho sempre fatto quello che ritenevo giusto. Penso che la cultura, l’arte e la musica non debbano essere censurate”.
Il concerto al Cremlino
Ma per capire a pieno questa vicenda è bene ricordare cosa è accaduto qualche giorno fa in Russia. Esibendosi nella prestigiosa cornice del Palazzo di Stato del Cremlino, ha dichiarato che, pur non parlando russo, il suo cuore era là, con quel pubblico ma ha scientemente evitato dichiarazioni sul presidente Vladimir Putin. Forse si è spinto più dentro al tema quando ha lanciato un invito a non cedere all’ostilità che porta a emarginare la cultura russa, patrimonio di tutta l’umanità. Il tutto si era chiuso con un appello alla pace rafforzato dall’esecuzione del brano “L’angelo postino“, con un coro di bambini vestiti di bianco.
Intenzioni lodevoli che non sembrano essere state colte dai piani alti di altre nazioni. Resta annullato il concerto di Pupo in Lituania e, in un momento politico di forte tensione internazionale, dove l’Europa è una polveriera, rimane agli atti un botta e risposta al veleno che non aiuta di certo a calmare gli animi. La speranza è che tutto si sgonfi in fretta e che i fan di Pupo possano tornare a sentire parlare di lui solo per la sua musica.
Il concerto di Pupo al Cremlino. «Non parlo russo, ma il mio cuore è qui con voi». pic.twitter.com/J7gLPVyOw6
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) March 16, 2024