Un intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, realizzato in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, ha introdotto misure decisive per la “pulizia” del Registro delle Imprese, attraverso la cancellazione delle società non più operative. Infatti, alle imprese inattive da 5 anni, spetta proprio la cancellazione dal Registro delle Imprese.
Imprese inattive da 5 anni: arriva la cancellazione dal Registro delle Imprese
Il decreto direttoriale del 8 marzo 2024 segna un’importante evoluzione nella gestione delle società cooperative italiane. Con la pubblicazione imminente in Gazzetta Ufficiale, il decreto stabilisce la cancellazione di 24.557 società cooperative dal Registro delle Imprese, a seguito della verifica del mancato deposito dei bilanci per oltre cinque anni e dell’assenza di attività patrimoniali significative. Questa mossa fa seguito alla precedente azione di scioglimento di 4.250 società cooperative.
Dalla collaborazione tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’Agenzia delle Entrate, è stato possibile escludere l’esistenza di valori patrimoniali immobiliari legati alle entità considerate inattive, permettendo così un intervento mirato e fondato su dati concreti.
Un record
Il provvedimento in questione, come sottolineato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rappresenta un’innovazione senza precedenti per numero di enti coinvolti. La sua implementazione è stata salutata come un tassello fondamentale per l’aggiornamento e l’efficienza del Registro delle Imprese e dell’Albo nazionale delle società cooperative, un meccanismo protettivo di un settore vitale per l’economia italiana.
Imprese inattive da 5 anni cancellate dal Registro delle Imprese: le conseguenze
La nuova normativa introduce criteri specifici per la cancellazione delle società di capitali e di persone, semplificando le procedure in base alla natura giuridica dell’ente e alla sua situazione patrimoniale. Per le società di capitali, l’omesso deposito dei bilanci di esercizio per cinque anni consecutivi o l’inattività gestionale costituiscono causa di scioglimento senza liquidazione. Per le società di persone, invece, la mancanza di beni immobili può portare a una cancellazione diretta per decisione del conservatore.
Quindi, riepilogando, il decreto introduce significative novità per le società di capitali e di persone:
- Per le società di capitali (srl ed spa), l’art. 2490 del codice civile è stato ampliato per includere, tra le cause di scioglimento senza liquidazione, l’omesso deposito dei bilanci per cinque anni o l’assenza di attività gestionale.
- Per le società di persone, la normativa prevede semplificazioni nelle procedure di cancellazione, consentendo al conservatore di procedere d’ufficio previa verifica dell’assenza di beni immobili nel patrimonio sociale.
Quali sono i benefici per l’ecosistema imprenditoriale
Questo aggiornamento normativo non solo contribuisce alla pulizia del Registro delle Imprese, ma promuove anche una maggiore trasparenza e una razionalizzazione della spesa pubblica. Il ministero si avvantaggerà di un risparmio significativo, evitando le revisioni obbligatorie per legge delle cooperative non operative. Inoltre, i creditori delle società interessate potranno avanzare la richiesta di nomina di un commissario liquidatore, entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto, facilitando così la risoluzione di eventuali pendenze.
Il contesto legislativo: dalla sentenza della Corte Costituzionale al Decreto Semplificazione
La Sentenza n. 142/2020 della Corte Costituzionale ha conferito al fisco la facoltà di indagare le società cancellate per un ulteriore quinquennio. Parallelamente, l’articolo 40 del Decreto Legge n. 76/2020 (Decreto Semplificazione) ha introdotto disposizioni per accelerare la cancellazione d’ufficio delle società inattive dal registro. Queste misure legali rappresentano un intervento normativo diretto a contrastare la proliferazione di “società zombie“, ossia entità inattive che non vengono cancellate per evitare che i loro debiti gravi sui soci.
Questa strategia legislativa mira a eliminare dal registro quelle imprese che, pur essendo legalmente esistenti, non hanno più un’attività economica reale, alleggerendo così il carico informativo e migliorando la qualità delle informazioni disponibili. Inoltre, la cancellazione d’ufficio delle società inattive vuole rappresentare un passo avanti nella lotta contro l’evasione fiscale e la delinquenza economica, poiché rimuove potenziali veicoli per attività illecite.