Le evoluzioni normative nel mondo del lavoro proseguono anche per quelli che operano al di fuori dei confini nazionali. L’ultima novità in termini di legislazione lavorativa riguarda i lavoratori italiani all’estero e le retribuzioni convenzionali a loro applicabili. Questa guida esplora il decreto ministeriale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 19 marzo 2024, entrato in vigore dal 1° gennaio 2024, con validità fino al 31 dicembre 2024, offrendo un’analisi dettagliata delle sue implicazioni.

Cosa sono le retribuzioni convenzionali

Le retribuzioni convenzionali rappresentano uno strumento normativo volto a stabilire un parametro di riferimento per il calcolo dei contributi dovuti per le assicurazioni sociali obbligatorie, nonché per la determinazione delle imposte sul reddito dei lavoratori italiani impegnati in attività lavorative all’estero. Questo meccanismo assicura una base imponibile uniforme, indipendentemente dalle variazioni salariali che possono verificarsi in differenti contesti internazionali.

L’aggiornamento del decreto ministeriale del 6 marzo

Il decreto del 6 marzo 2024, emesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, introduce aggiornamenti significativi alle tabelle delle retribuzioni convenzionali. Queste ultime sono destinate ai lavoratori italiani all’estero e si applicano a una vasta gamma di settori, tra cui industria, edilizia, artigianato, cinema, spettacolo, autotrasporto, commercio, finanza, trasporti aerei, agricoltura e giornalismo.

Dal punto di vista fiscale, l’utilizzo delle retribuzioni convenzionali è previsto dall’articolo 51, comma 8-bis del TUIR. Questo consente di determinare il reddito di lavoro dipendente prestato all’estero in via continuativa, derogando alle regole ordinarie. È importante sottolineare che questa normativa si applica ai lavoratori che, nell’arco di 12 mesi, soggiornano in uno stato estero per un periodo superiore a 183 giorni.

Retribuzioni convenzionali: categorie di lavoratori interessati e modalità di applicazione

I lavoratori italiani che si avvalgono delle retribuzioni convenzionali sono coloro che operano in Paesi extracomunitari, in assenza di accordi di sicurezza sociale specifici. La determinazione dei contributi e delle imposte segue le direttive del TUIR, in particolare l’articolo 51, comma 8-bis, che considera il lavoro svolto all’estero per almeno 183 giorni in un anno, anche non consecutivi.

Il decreto specifica che le retribuzioni convenzionali sono frazionabili in caso di variazioni del rapporto di lavoro, come assunzioni, cessazioni o trasferimenti, calcolandole per 26 giornate lavorative al mese. Ciò assicura flessibilità e adattabilità alle diverse esigenze dei lavoratori e delle imprese, garantendo al contempo equità nel calcolo dei contributi e delle imposte.

Il decreto del 2024 porta con sé un incremento dei valori rispetto all’anno precedente, differenziandosi per categorie di lavoratori:

  • Operai e impiegati: i valori sono specificati per settori quali industria, edilizia, trasporti, finanza, commercio, agricoltura, cinema e spettacolo, e artigianato.
  • Quadri e dirigenti: anche per queste categorie, le retribuzioni sono suddivise per settore, riconoscendo la varietà e specificità delle responsabilità professionali.
  • Giornalisti: previste cinque diverse fasce di retribuzione, riconoscendo l’eterogeneità delle posizioni e delle responsabilità nel settore.

Il decreto stabilisce che, in caso di variazioni contrattuali (assunzioni, cessazioni, trasferimenti) nel corso del mese, i valori possono essere adeguatamente frazionati, garantendo flessibilità e precisione nel calcolo dei contributi e delle imposte.

La normativa di riferimento

L’obbligatorietà delle assicurazioni sociali per i lavoratori italiani all’estero è stata introdotta dal decreto legge n. 317/1987, che ha anche stabilito il meccanismo delle retribuzioni convenzionali per il calcolo dei contributi assicurativi. Questa legislazione, insieme alla circolare n. 207/2000 del Ministero delle Finanze, fornisce un quadro normativo chiaro per l’identificazione dei lavoratori residenti fiscali in Italia e per la gestione della loro imposizione fiscale, tenendo conto delle specificità del lavoro all’estero.

Il fondamento normativo per la definizione annuale di queste retribuzioni è dato quindi dall’articolo 4 del decreto legge n. 317 del 1987, che incarica i Ministeri del Lavoro e dell’Economia di aggiornare le tabelle delle retribuzioni convenzionali. Queste ultime non possono essere inferiori ai valori stabiliti dai contratti collettivi nazionali per i settori di riferimento, garantendo così equità e protezione per i lavoratori all’estero.

Retribuzioni convenzionali 2024: le tabelle aggiornate

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo, il decreto stabilisce i valori aggiornati per le retribuzioni convenzionali del 2024, fondamentali per il calcolo dei contributi previdenziali e delle tasse sul reddito dei lavoratori all’estero. Le basi di calcolo sono state rinnovate in risposta all’evoluzione dei contesti lavorativi internazionali e alle esigenze di adeguamento fiscale.

Le tabelle aggiornate con i valori per il 2024 sono rese disponibili in allegato al decreto, garantendo trasparenza e facilità di accesso alle informazioni per i lavoratori e le imprese.