Conguaglio IMU su case in successione entro il 29 febbraio 2024. Non tutti i proprietari degli immobili sono stati chiamati alla casa per questa data. Nonostante ciò, la presenza del conguaglio IMU 2023, la scadenza riguardava coloro che avevano già versato l’acconto entro la data del 16 giugno 2023 e regolarizzato il saldo entro la data del 18 dicembre 2023. Vediamo insieme quando e perché gli eredi possono rimediare con il ravvedimento operoso.
Conguaglio IMU su case in successione
Come detto, non tutti gli eredi sono stati coinvolti dal conguaglio IMU sulle case in successione. Si tratta dell’applicazione delle disposizioni normative contenute nella legge di Bilancio 2024.
Nella quale si è preso atto dell’emissione delle delibere comunali per i tributi locali per l’anno d’imposta 2023 ufficializzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nella data del 15 gennaio 2024, anziché la data del 28 ottobre 2023. Quest’ultima variazione di data incide sul conguaglio IMU per gli eredi. Vediamo insieme perché.
Da quando si paga l’IMU sulla casa ereditata?
L’articolo 456 del codice civile recita: “La successione si apre al momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto”.
Come riportato da fiscooggi.it, a partire da tale data l’erede diviene titolare del patrimonio della persona deceduta, anche se l’accettazione dell’eredità dovesse intervenire in un momento successivo.
È importante notare che, indipendentemente dalla situazione venutasi a creare circa la presentazione o meno della dichiarazione di successione, l’erede è tenuto a indicare nella propria dichiarazione (modello 730 o redditi PF) il reddito derivante dall’immobile ereditato, indicando il numero dei giorni e la percentuale di possesso.
Per la parte dell’anno che precede il giorno del decesso, invece, il reddito dovrà essere indicato nell’ultima dichiarazione che l’erede presenterà per conto della persona deceduta.
Pertanto, ai fini del pagamento dell’IMU sulle case in successione, gli eredi sono obbligati a diversi adempimenti fiscali che competono:
- per il defunto fino alla data del decesso;
- nel proprio modello 730 o redditi PF;
- i tempi non sono correlati alla dichiarazione di successione, che può essere presentata anche in un tempo successivo (massimo un anno).
Per quanto riguarda il pagamento dell’IMU correlato alla quota di un immobile ereditato, deve essere regolarizzato con decorrenza dal giorno del subentro nella proprietà.
Conguaglio IMU su case in successione: ravvedimento e saldo
In sintesi, l’IMU è un tributo comunale annuale. Nell’ipotesi che sia avvenuto il pagamento dell’imposta prima in acconto e, poi, in saldo per un anno solare, e il soggetto passivo (il pagatore) sia deceduto, colui che eredita l’immobile è responsabile per eventuali conguagli futuri.
Ad esempio, se il titolare dell’immobile è venuto a mancare prima della scadenza del 29 febbraio 2024, l’erede deve verificare se i versamenti dell’IMU risultano regolari; in presenza di omissioni o variazioni, deve procedere con il pagamento del conguaglio IMU 2023.
Come detto, l’immobile ereditato deve essere dichiarato, indicando il numero dei giorni e la percentuale di possesso.
Per la parte dell’anno che precede il giorno del decesso, invece, il reddito dovrà essere indicato nell’ultima dichiarazione che l’erede presenterà per conto della persona deceduta.
Eventuali conguagli non regolarizzati entro i termini, ovvero entro il 29 febbraio 2024, possono essere versati tramite il ravvedimento operoso, utilizzando il Modello F24.
Come riporta investireoggi.it, è necessario compilare il campo “co-obbligato” con il proprio codice fiscale e inserire “07” come codice identificativo. Nella sezione IMU del modello, oltre ai dati del versamento, è necessario barrare le caselle “Ravvedimento” e “Saldo”.
In conclusione, l’IMU sui beni ereditati richiede attenzione ai tempi e alle dichiarazioni fiscali. Gli eredi devono verificare i versamenti, dichiarare correttamente il possesso, e regolarizzare eventuali conguagli tramite il ravvedimento operoso entro la scadenza stabilita.