Solend è una piattaforma di prestiti decentralizzati costruita sulla blockchain di Solana. All’interno della piattaforma gli utenti possono depositare asset virtuali guadagnando interessi, oppure pagarne in caso decidano di ricorrere al prestito di un pool.
Il protocollo ha fatto il suo esordio nel 2021, catturando immediatamente l’attenzione di molti investitori. Ben presto è diventata la più grande piattaforma nel suo genere presente su Solana. Andiamo quindi a vedere quali sono i suoi punti di forza e quali sono le prospettive per il futuro.
Solend: cos’è e cosa si propone
Solend è un protocollo algoritmico decentralizzato che propone servizi di prestito agli utenti interessati. Lanciato sulla blockchain di Solana, usufruisce della sua velocità ed efficienza per proporre servizi effettivamente performanti.
Al suo interno gira SLND, il token nativo, cui spetta il compito di agevolare le transazioni e i processi di governo. In sede di tokenomics sono previsti un massimo di 100 milioni di esemplari.
I servizi di prestito online basati sulla blockchain, si stanno imponendo con sempre maggior forza, agevolati dal modus operandi e dalla rigidità delle società creditizie tradizionali. Mentre queste ultime impongono istruttorie lunghe e farraginose, i protocolli come Solend bypassano questo passaggio. Per condurre a termine la richiesta basta una garanzia fornita dal richiedente. La piattaforma, a sua volta, si incarica di determinare il tasso di interesse di ogni operazione utilizzando un algoritmo, mentre ad un secondo algoritmo è affidato il compito di determinare gli importi delle garanzie.
La particolarità di Solend deriva dal fatto che il suo esordio è legato al trionfo nel corso di un hackaton proposto da Solana Labs nel 2021. Il prototipo della piattaforma di prestito presentata per l’occasione si è imposto su tutti gli altri progetti, ponendo le basi per il successivo lancio, avvenuto nello stesso anno, ad agosto.
Un lancio avvenuto tramite IDO (Initial Dex Offering), il quale ha portato in dote alla startup ben 21 milioni di dollari. Soldi che sono naturalmente andati ai piani di sviluppo dell’azienda.
A fondare Solend è stato uno sviluppatore blockchain noto con lo pseudonimo di Rooter. Una scelta compiuta anche dalla gran parte della squadra di sviluppo del progetto.
Solend: come funziona
Il funzionamento di Solend prevede come primo passo il possesso di un portafogli compatibile con Solana, da connettere alla piattaforma, in modo da avere accesso ai suoi servizi. Dopo questo passo propedeutico si può prendere un prestito, oppure fornire in prestito le proprie risorse digitali, immettendole in un pool di liquidità. In questa seconda ipotesi si viene ricompensati sotto forma di interessi, sulla base delle risorse apportate.
A governare il protocollo e i suoi servizi sono i contratti intelligenti. Spetta ad essi indicare i tassi di interesse per i finanziatori e le garanzie per i mutuatari. Analogamente a quanto accade sulle altre piattaforme di prestito decentralizzato, quando si prende in prestito un determinato asset c’è una soglia di liquidazione. Quando il valore della garanzia prestata scende sotto di essa, lo smart contract si attiva per la liquidazione di parte della garanzia nel saldo dei finanziatori. Una mossa messa in campo proprio per andare a coprire la perdita. Per evitarla, l’interessato può però provvedere a depositare ulteriori asset.
Poiché gli smart contract possono essere attaccati, Solend prevede il controllo del codice (security audit) da parte di una società di sicurezza, il Kudelski Group. Inoltre, offre sino a un milione di dollari a chiunque si accorga di bug nel sistema.
Sempre in tema di sicurezza, occorre sottolineare quello legato all’utilizzo di oracoli, da parte di Solend, per aggiornare i prezzi degli asset utilizzati. Proprio un attacco agli oracoli, nel 2022, è culminato nella sottrazione di 1,26 milioni di dollari al protocollo.