Schietto e diretto, Carmine Gautieri è sempre stato questo in campo così come nella vita, concetti che prevalgono su tutto quando si parla di Roma e De Rossi. L’euforia si sente nella voce dell’ex centrocampista giallorosso, ma un pizzico di amarezza spunta fuori quando sotto la lente d’ingrandimento viene messo l’arrivo di DDR. Per un motivo semplice, con Gautieri che va dritto al punto: “Se non fosse stato un simbolo di Roma, con ogni probabilità non si sarebbe seduto su quella panchina“.
Un discorso che si allarga ai tantissimi allenatori presenti in Italia che non hanno modo di mettersi in mostra a causa di un curriculum scarno. Sta di fatto che De Rossi il segno lo sta lasciando eccome, e adesso la Champions deve essere un obiettivo dichiarato, “altrimenti si parlerebbe di fallimento“, sottolinea Gautieri, che in esclusiva a Tag24 ha analizzato il momento di casa giallorossa.
Una Roma rinata con De Rossi, le parole di Carmine Gautieri a Tag24
La cura De Rossi funziona, lo dimostrano i risultati in campionato: 10 partite per un totale di 8 vittorie, un pareggio ed una sconfitta. Promosso a pieni voti, con Carmine Gautieri che applaude ma si lancia anche ad una profonda riflessione in merito all’arrivo dell’ex Capitan Futuro a Roma.
D: Carmine, con De Rossi si gioca pure troppo bene.
R: Ho riflettuto molto sulla gestione del lavoro e su De Rossi allenatore. Partendo da quest’ultimo punto, ho una mia idea: viene da un percorso come quello alla Spal dove non ha fatto bene. Detto ciò, la Roma ha dato una grandissima occasione ad un allenatore come Daniele che ha dimostrato di essere un bravo, ma tutto questo solo perchè lui è stato un grande giocatore alla Roma. Cosa voglio dire con questo? Che se De Rossi non avesse fatto la storia della Roma, probabilmente non sarebbe stato chiamato a Trigoria.
D: Scelto per meriti di cuore secondo te?
R: Sì, perchè se non fosse stato un campione alla Roma non avrebbe avuto modo di avere questa possibilità, e non ci saremmo accorti della sua bravura. Ce ne sono tanti in Italia che però non hanno possibilità di mostrarsi, magari le dirigenze devono capire che a volte le scelte non devono portare solo al curriculum importante, ma il sistema italiano deve dare chance ad allenatori forti così come De Rossi, che sa leggere le partite, permette alla squadra di esprimersi al massimo, è un ottimo comunicatore e bravo ragazzo. Ma se non fosse stato un figlio di Roma, con ogni probabilità non avrebbe avuto questa chance.
Questione di rischi
D: Un pò come il discorso relativo ai giovani che fanno fatica ad imporsi in Serie A
R: Esattamente. Prendiamo come esempio Barcellona-Napoli: in campo con Xavi c’erano due 2007 in campo, roba che noi in Italia ce la sogniamo. Abbiamo paura a mettere giovani in campo, specie in Champions. Vedo che non si punta molto sul prodotto italiano e non si fa nulla per migliorare i settori giovanili, e di conseguenza ci sono molti giocatori che non hanno possibilità così come potrebbe averne un giocatore della stessa età, ma all’estero. Si dicono sempre le stesse cose, ma alla fine non si muove nulla. Si parla di scuola portieri, io farei pure quella per gli esterni per poter svezzare possibili talenti in quel ruolo.
Roma targata De Rossi, Gautieri fissa l’obiettivo
La Roma di De Rossi procede spedita, talmente tanto che per Carmine Gautieri non ci si deve nascondere: l’obiettivo Champions deve essere un dato di fatto.
D: L’errore da non fare è quello di nascondersi dietro un dito, mentre invece bisogna dichiarare l’obiettivo, ovvero la Champions?
R: Assolutamente. Anche quando non stava bene la Roma non poteva non pensare di puntare la Champions. Aveva una rosa forte prima e ce l’ha adesso. Ora i giocatori sono in una situazione dove si possono esprimere al massimo, c’è un ambiente diverso rispetto a mesi fa, ma la Roma era da Champions prima e lo è ora. Oggi ci sono un ambiente e una comunicazione diversa, e la Roma non si deve nascondere. Se la squadra non dovesse andare in Champions in questo momento sarebbe un fallimento, anche se di fronte ci sono Atalanta e Bologna che non si fermano”.
D: De Rossi meglio di Mourinho a livello di comunicazione?
R: Mou spesso criticava la squadra o qualche singolo, forse qualche errore è stato fatto qui perchè poi diventa difficile gestire certe pressioni esterne. Di conseguenza i giocatori subiscono la cosa. Con De Rossi invece la situazione è diversa: appena entrato a Trigoria avrà trovato tante persone che gli hanno segnalato il problema relativo alla comunicazione. Daniele è stato aiutato anche in questo, e gli ha permesso di poter agire al meglio.
D: E i risultati ci sono, vedi Pellegrini.
R: Esattamente. In campo si muovono in maniera totalmente diversa, hanno la mente sgombra. Occupano gli spazi come si deve, riuscendo a tirare fuori tutte le loro caratteristiche. Vedi anche Dybala: un conto è quando gli chiedi di inseguire il terzino avversario, un altro quando lo lasci esprimere negli ultimi trenta metri, lì si scatena sulla trequarti avversaria e diventa più letale.
Il futuro di Dybala
D: A proposito di Dybala, Totti ha sottolineato come bisogna riflettere in previsione futura con l’argentino visti i tanti infortuni: sei d’accordo con le sue parole?
R: E’ normale che Dybala debba avere continuità di prestazioni dal punto di vista fisico. Se in passato non avesse avuto tutti questi problemi, probabilmente la Juventus non se ne sarebbe liberata così facilmente. Anzi, avremmo visto la Joya in club come Manchester City o Barcellona. Sulle dichiarazioni di Francesco credo che si riferisse al tipo di investimento futuro, visti gli stop e i costi, ma se Dybala sta bene la Roma deve assolutamente investire su di lui, questo lo sa anche Totti.