L’era Tudor è iniziata in casa Lazio, ma Giancarlo Oddi ci va con i piedi di piombo: “Serve tempo”. Due parole che sintetizzano il pensiero dell’ex difensore biancoceleste. Perchè ad oggi pensare ad un miracolo tattico è impresa ardua, il tempo a disposizione non è tantissimo, si deve passare ad un’altra idea di gioco totalmente differente da quella di Sarri.
Serve buona volontà per racimolare quanto di più buono possibile, ma per farlo c’è solo una possibilità: “La squadra deve dare il 110% fino all’ultima giornata“, afferma Oddi, che in esclusiva a Tag24 ha parlato anche del caso Acerbi-Juan Jesus.
La Lazio riparte con Tudor, le parole di Giancarlo Oddi a Tag24
Una settimana e mezza di lavoro prima dell’esordio, con il botto, contro la Juventus. Gambe in spalla da subito, non c’è altra strada per Giancarlo Oddi.
D: Secondo te riuscirà Tudor a imporre la sua mentalità in così poco tempo?
R: Se ci riesce è un fenomeno. Bisogna vedere quanto tempo gli ci vuole, ma i giocatori si devono adattare a questa nuova realtà. Negli ultimi anni si sono abituati ad un determinato tipo di gioco, adesso bisogna assorbire nuove idee, che personalmente mi piacciono. Ma il tempo serve, da oggi a domani non si possono assimilare le nuove idee.
D: E’ il momento in cui bisogna concentrarsi sul buono che uscirà fuori, per poi programmare nel dettaglio il futuro?
R: Il problema è solo uno in particolare: questi giocatori si devono mettere in testa che da oggi fino a fine campionato devono mettere in campo il 110 per cento e basta. Perchè se cominciano a pensare ad altro, come le situazioni relative al contratto e simili, allora non si può andare avanti, nemmeno con Tudor. Se si mettono a posto determinate situazioni a livello di campo, si potrebbe ottenere un tipo di gioco che andrebbe ad entusiasmare il tifoso laziale.
Risposte di campo
Deve essere il campo a parlare, per far si che ciò accada i giocatori devono rispondere presente. Tutti partono allo stesso livello.
D: Servono risposte da parte di tutti, anche se questo vorrebbe dire mettere spalle al muro anche i big.
R: Ha pure il fisico per farlo (ride). Io credo che in qualsiasi situazione si debba essere diretti, anche con il giocatore. Se ai fa finta di niente, che sia allenatore che giocatore, è sbagliato. Io avevo un allenatore (Maestrelli) che se non andava bene qualcosa, ti prendeva da parte e te lo diceva, ed è stato il migliore che abbia mai avuto.
D: Sul caso Acerbi-Juan Jesus che idea ti sei fatto?
R: Sono del parere che quando stai dentro il campo, le cose che succedono lì dentro devono terminare lì. Non so cosa sia successo dato che entrambi hanno due versioni diverse, so sicuramente che è brutto assistere a queste cose, se poi la frase sarà confermata non può essere giustificabile, ma secondo me era una cosa che doveva terminare all’interno del rettangolo verde.