Recenti studi hanno sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare, suggerendo un potenziale aumento del rischio di morte per malattie del cuore e dei vasi sanguigni.
Questo regime alimentari ha guadagnato popolarità per i suoi presunti benefici sulla perdita di peso e sul metabolismo. Tuttavia, i risultati di un nuovo studio sollevano interrogativi sulla sua sicurezza cardiovascolare a lungo termine.
Scendiamo nei dettagli e scopriamo la verità.
Cos’è il digiuno intermittente
In breve cos’è il digiuno intermittente? Il digiuno intermittente è una pratica dietetica che prevede periodi alternati di digiuno e alimentazione.
Questo regime alimentare non segue una struttura fissa, ma varia nel tempo, con il digiuno che può durare da alcune ore fino a diversi giorni. Durante i periodi di digiuno, l’assunzione calorica è limitata o completamente interrotta, mentre durante i periodi di alimentazione si mangia in modo normale.
Questo approccio alla dieta è stato associato a diversi benefici per la salute, tra cui la riduzione del rischio di diabete di tipo 2.
Esistono diverse varianti di digiuno intermittente, tra cui il metodo 16:8, che prevede un digiuno di 16 ore seguito da un periodo di alimentazione di 8 ore, il metodo 5:2, che comporta il digiuno per due giorni alla settimana, e il metodo 3:4, che prevede il digiuno a giorni alterni.
Consulta sempre un medico prima di iniziare un nuovo regime alimentare così restrittivo.
Un nuovo studio, però, getta alcune ombre su questo modo di alimentarsi.
Un nuovo studio: il digiuno intermittente aumenta il rischio di morte per malattie cardiovascolari
Il digiuno intermittente è una pratica dietetica popolare, adottata da celebrità come Jennifer Aniston, Hugh Jackman e altri, che consiste nell’ingerire cibo solo durante un intervallo di tempo prestabilito e astenersi dal consumarlo per il resto della giornata.
Si presume che questa pratica possa aiutare a controllare il peso riducendo automaticamente l’apporto calorico e apportare benefici per la salute, tra cui l’avvio del processo di autofagia, in cui il corpo ricicla e ripara le cellule danneggiate, potenzialmente prevenendo il cancro.
Recenti studi dell’Università di Medicina della Shanghai Jiao Tong University, purtroppo però, hanno sollevato preoccupazioni, suggerendo un aumento del rischio del 91% di morte per malattie cardiovascolari nelle persone che praticano il digiuno intermittente rispetto a coloro che non lo fanno.
Questi risultati sono stati presentati all’EPI | Lifestyle Scientific Sessions 2024 dell’American Heart Association.
I ricercatori hanno condotto uno studio su oltre 20.000 americani, esaminando le loro abitudini alimentari utilizzando i dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Surveys (NHANES) tra il 2003 e il 2018.
Hanno seguito i partecipanti per circa otto anni, confrontando i loro dati con quelli dell’Indice Nazionale dei decessi.
I risultati dello studio hanno rivelato che le persone che consumano cibo in una finestra temporale di otto ore o meno al giorno hanno un rischio del 91% maggiore di morire di malattie cardiovascolari.
Inoltre, se le persone già affette da malattie cardiovascolari mangiano per meno di dieci ore al giorno, il loro rischio aumenta del 66%.
D’altra parte, il rischio di morire di cancro sembra essere più basso se il periodo in cui si mangia supera le 16 ore al giorno.
Gli esperti concordano sul fatto che sia prematuro trarre conclusioni definitive. Il rischio maggiore di malattie cardiovascolari potrebbe essere influenzato da fattori esterni come lo stress, la mancanza di tempo o problemi di sonno, piuttosto che direttamente dal digiuno intermittente.
Ecco perché sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i potenziali benefici e rischi di questo regime alimentare.