Pensioni di vecchiaia e anticipata, l’Inps è tornato nuovamente a definire i criteri di uscita per i bienni 2023-2024 e 2025-2026. Il requisito anagrafico continuerà a essere quello dei 67 anni di età, ma cambiano altri parametri che dovranno essere centrati da chi si appresta a uscire dal lavoro. Il tutto in attesa che aumentino l’età e i contributi tra qualche anno. La novità consiste proprio nel fatto che i 20 anni minimi di contributi richiesti per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata contributiva (per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995) non rimarranno più costanti ma saranno suscettibili di aumento in base all’aspettativa di vita calcolata dall’Istat.

Pensioni vecchiaia anticipata 2024, quali novità nelle soglie fino al 2026?

Nuovi chiarimenti sulle pensioni di vecchiaia e anticipate arrivano dall’Istituto di previdenza che ha fornito indicazioni in base a quanto prevede la legge di Bilancio 2024. Cambiano le soglie per accedere al pensionamento, ovvero l’importo della pensione maturata grazie ai contributi versati nella vita lavorativa. Con la differenza che, mentre per la pensione di vecchiaia la soglia si abbassa, per quella anticipata contributiva si alza.

Pertanto, la pensione di vecchiaia prevede per i due bienni 2023-2024 e 2025-2026 l’età minima di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi versati. Per i lavoratori del sistema contributivo puro, ovvero per chi abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, è previsto un ulteriore requisito, ovvero quello di aver maturato una pensione di importo almeno pari a quello della pensione sociale.

Quest’ultima, per il 2024, ha importo pari a 534,41 euro. Si tratta di un abbassamento operato dalla legge di Bilancio 2024. Infatti, fino al 31 dicembre 2023, il requisito era soddisfatto per un importo pari a una volta a mezzo quello della pensione sociale.

Pensioni vecchiaia anticipata 2024, qual è l’importo da raggiungere per uscire prima?

Cambiano anche le soglie della pensione anticipata per i bienni 2023-2024 e 2025-2026 di chi abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 e rientri, dunque, nel sistema previdenziale contributivo puro. Oltre all’anticipo con 42 anni e 10 mesi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne) di contributi, nel sistema previdenziale più recente si può andare in pensione anticipata anche a 64 anni di età unitamente a 20 anni di contributi (con tre anni di anticipo, dunque, sulla pensione di vecchiaia), purché siano rispettate le nuove soglie dell’importo di pensione.

La legge di Bilancio 2024 fissa, infatti, che la pensione maturata deve essere di almeno il triplo dell’importo della pensione sociale, pari ad almeno 1.603,23 euro. Tale soglia si riduce solo per le uscite delle donne con figli: con un figlio, il tetto è fissato a 2,8 volte la pensione sociale (pari, dunque, ad almeno 1.496,35 euro), con due o più figli la quota si riduce a 2,6 volte (pari ad almeno 1.389,46 euro).

Pensione anticipata, aumenta il requisito dei 20 anni di contributi

Tra le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024, vi è anche quella della ripresa dell’aumento dei requisiti rispetto alla speranza di vita. Con una precisazione specifica, relativa all’incremento anche dei contributi richiesti e non più della sola età. Le indicazioni sono contenute nella circolare dell’Inps numero 46 dello scorso 13 marzo con la quale si annuncia l’aumento della contribuzione richiesta anche per i 20 anni delle pensioni di vecchiaia e anticipate del sistema contributivo puro.

Da quando saranno richiesti più anni di contributi per andare in pensione?

Considerando che il decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dello scorso 18 luglio ha stabilito che, anche per il biennio 2025-2026, i requisiti rimarranno inalterati – in base ai calcoli dell’aspettativa di vita dell’Istat – c’è da aspettarsi che la prima data utile a partire dalla quale aumenteranno sia i requisiti anagrafici che contributivi sia quella del 1° gennaio 2027.

A decorrere dal 2027 torneranno a crescere anche gli anni richiesti per la pensione anticipata dei soli contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne). Tali requisiti sono rimasti inalterati dall’entrata in vigore del decreto 4 del 2019, provvedimento che ha istituito la quota 100.