Nel 2024, le regole che governano le imposte su successione e donazione subiranno importanti cambiamenti, in particolare per le donazioni di partecipazioni sociali tra familiari. La circolare n. 72/2024 dell’INPS getta luce su come queste modifiche influenzeranno la trasmissione di quote societarie in contesto familiare, sottolineando il delicato equilibrio tra esigenze fiscali e il desiderio di promuovere il passaggio generazionale nelle aziende familiari.

Imposta successione e donazione partecipazioni familiari: come funziona

Un caso specifico sollevato riguarda la donazione di quote societarie da un genitore ai propri discendenti, combinando quote possedute individualmente con altre detenute in comunione ereditaria. Questa pratica, volta a trasferire la proprietà e il controllo di un’azienda familiare, solleva interrogativi significativi sul trattamento fiscale applicabile.

Fino al 2023, la legge prevedeva agevolazioni fiscali per le donazioni che permettessero di mantenere il controllo aziendale all’interno della famiglia. Dal 2024, le modifiche legislative mirano a rendere più chiare e accessibili queste agevolazioni, garantendo che il trasferimento generazionale delle imprese possa avvenire in maniera fluida e sostenibile dal punto di vista fiscale.

Imposta successione e donazione per aziende familiari: il caso

Il caso sottoposto al parere dell’Agenzia delle Entrate mette in evidenza la situazione di un imprenditore che, detenendo una porzione significativa del capitale sociale sia a titolo personale sia in comunione con i propri discendenti, decide di donare le proprie quote ai familiari. L’obiettivo è consolidare il controllo aziendale mantenendolo entro la cerchia familiare.

Esenzione fiscale e controllo societario

L’interpello ha sollevato la questione dell’applicabilità di un regime di esenzione fiscale per tali donazioni, sottolineando come il passaggio di quote possa effettivamente rientrare nell’ambito delle disposizioni favorevoli previste per il mantenimento del controllo societario in ambito familiare. In particolare, si esplora se la donazione contestuale di quote, personali e in comunione ereditaria, ai discendenti possa beneficiare del regime di esenzione fiscale previsto per il passaggio generazionale di aziende.

Trasferimenti di aziende e partecipazioni: l’esclusione dall’imposta

La normativa vigente prevede un’esclusione dall’imposta sulle successioni e donazioni per i trasferimenti di aziende, rami aziendali, quote sociali e azioni a favore di discendenti e del coniuge, sotto specifiche condizioni. Rilevante è il requisito che tali trasferimenti contribuiscano all’acquisizione o all’integrazione del controllo societario, secondo le modalità descritte dall’articolo 2359 del codice civile. Gli eredi o donatari devono impegnarsi a mantenere il controllo dell’azienda o a proseguire l’attività imprenditoriale per almeno cinque anni, al fine di beneficiare di tale esenzione.

Il legislatore mira a promuovere il passaggio generazionale all’interno delle imprese di famiglia, eliminando gli oneri fiscali che potrebbero ostacolare tale processo. La sentenza della Corte Costituzionale n. 120 del 23 giugno 2020 ribadisce l’intenzione di agevolare la successione nella gestione aziendale, riconoscendo il valore economico e sociale della continuità delle aziende familiari.

Condizioni per l’accesso al regime agevolato

Per accedere a questo regime agevolato, i beneficiari del trasferimento devono non solo mantenere il controllo dell’azienda per il periodo stabilito, ma anche presentare, al momento della dichiarazione di successione o dell’atto di donazione, una dichiarazione esplicita dell’intenzione di continuare l’attività imprenditoriale. L’inadempimento a queste condizioni comporta la revoca dell’esenzione e l’applicazione dell’imposta sulle donazioni e successioni in misura ordinaria.

Il caso delle partecipazioni in comunione ereditaria

Un interessante caso esaminato riguarda la donazione di quote societarie detenute sia personalmente sia in comunione ereditaria. L’agevolazione fiscale è confermata anche quando il trasferimento di queste partecipazioni consente ai beneficiari di consolidare il controllo della società in regime di “comproprietà”, a patto che la gestione dei diritti sia affidata a un rappresentante comune che detenga la maggioranza dei voti.

Implicazioni per le aziende familiari

Le direttive del 2024 offrono un chiarimento fondamentale per le imprese familiari intenzionate a pianificare il proprio futuro. La possibilità di trasferire il controllo aziendale senza oneri fiscali aggiuntivi rappresenta un incentivo significativo alla preservazione delle attività imprenditoriali nel tessuto economico nazionale. È tuttavia essenziale che le famiglie imprenditoriali si avvalgano di consulenza specialistica per navigare le complessità di queste disposizioni e assicurare il rispetto dei requisiti necessari per beneficiare delle agevolazioni previste.