La Procura di Ancona ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per Franco Panariello, il metalmeccanico di 55 anni recluso a Montacuto con l’accusa di aver ucciso la moglie da cui si stava separando, la 53enne Concetta Marruocco, a Cerreto d’Esi, nell’Anconetano. La prima udienza del processo a suo carico si terrà il prossimo 21 giugno.
A giudizio immediato Franco Panariello: uccise l’ex moglie Concetta Marruocco
Franco Panariello è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela che lo legava alla vittima e dalla minorata difesa, perché la colpì di notte, con un’arma, nonostante fosse soggetto a un divieto di avvicinamento nei suoi confronti.
Secondo la pubblica accusa, rappresentata dalla Procura, le prove raccolte contro di lui sarebbero evidenti. Per questo, al termine delle indagini, ha chiesto e ottenuto per il 55enne il giudizio immediato, che consente di saltare la fase dell’udienza preliminare senza che l’imputato ottenga sconti di pena.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Ruggero Benvenuto, ha risposto chiedendo di poter procedere con il rito abbreviato, che tuttavia per casi simili è stato abolito. Nonostante la caduta dell’aggravante della premeditazione, Panariello, infatti, rischia l’ergastolo.
La notte del 14 ottobre scorso, incurante delle misure cautelari preventive a cui era stato sottoposto dopo la denuncia per maltrattementi e stalking presentata alle autorità da Concetta Marruocco, si introdusse furtivamente nell’abitazione in cui l’ex moglie viveva insieme alla figlia minorenne e la uccise.
Fu la giovane a dare l’allarme, mettendosi in contatto con il 112 dopo aver sentito le urla della madre: quando i soccorsi e i carabinieri arrivarono sul posto, per la 53enne, colpita con 43 coltellate secondo l’autopsia, non c’era già più niente da fare.
Un femminicidio “annunciato”
In molti dopo il femminicidio della 53enne avevano parlato di una tragedia “annunciata”: Concetta aveva più volte chiesto aiuto; addirittura insieme alla figlia per diverso tempo era stata ospitata in una casa famiglia. Poi si era deciso di dotarle di due telecomandini che avrebbero dovuto avvertirle nel caso l’uomo si fosse trovato a meno di 200 metri da loro.
Telecomandini che però al momento del bisogno non aveva funzionato, lasciandole in balìa di Panariello, che dopo essere stato fermato agli inquirenti aveva raccontato di aver raggiunto la donna, dopo essere uscito con la scusa di recarsi al pronto soccorso, per un “chiarimento“, e di aver perso il controllo al culmine dell’ennesima lite. Una storia purtroppo già sentita.
Chi era la vittima
Concetta Marruocco aveva 53 anni e lavorava come infermiera in diversi ambulatori ospedalieri di Matelica, in provincia di Macerata. Con Panariello un tempo era stata felice; poi erano arrivate le violenze, fisiche e psicologiche. Aveva pensato di non farcela, era “una donna impaurita, piegata da anni di maltrattamenti sistematici”, avevano raccontato al Resto del Carlino le volontarie dello sportello antiviolenza Artemisia di Fabriano a cui, dopo tanti ripensamenti, aveva deciso di chiedere aiuto.
La sua vita era migliorata: dopo aver seguito un apposito percorso Concetta “era rinata”, secondo le volontarie, riuscendo anche a denunciare l’ex marito. Se ne sentiva ancora minacciata, ma tornando a casa desiderava riprendere in mano la sua vita, assicurare alla figlia minorenne un futuro migliore. Era ottimista. Presto, però, aveva dovuto fare i conti con la realtà.
In centinaia erano presenti a Cerreto d’Esi per i suoi funerali. “Non ho parole all’altezza di tanto dolore”, aveva detto nell’omelia il vescovo della diocesi di Fabriano-Camerino Francesco Massara, invocando misericordia per “tutti coloro che sono particolarmente coinvolti in questo dramma, vittime e carnefice, nessuno escluso”.