È a un lungo post su Facebook che Roberto Speranza affida la sua verità sulla mancata candidatura per le Elezioni regionali in Basilicata. Un messaggio a cuore aperto agli elettori per spiegare le sue ragioni, cha chiamano in causa l’esperienza come ministro e le difficoltà riscontrate in quella difficile prova, le cui ripercussioni condizionano ancora la vita del deputato dem.
Regionali Basilicata, Speranza su Facebook: “Ancora minacce di morte dai no vax”
Fare chiarezza di fronte a quelle che definisce “ricostruzioni insensate“. Questo lo scopo che ha spinto il deputato del Partito democratico, recentemente accostato a una possibile candidatura a presidente della regione Basilicata, a scrivere il post.
Speranza chiarisce subito che “già molti mesi fa” non aveva dato la sua disponibilità per il ruolo e indica nelle conseguenze per la sua esperienza come ministro della Sanità durante la pandemia di Covid-19 il motivo della sua decisione.
L’ex ministro definisce “una rimozione inaccettabile” il fatto che nessuno – tra coloro che hanno tirato in ballo il suo nome – abbia tenuto conto di questo fatto, soprattutto alla luce del prezzo pagato e non ancora esaurito da lui e dai suoi cari. Il riferimento è alle minacce di morte dall’ambiente no vax ricevute in questi mesi.
“Sono continue le istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato ma molto rumoroso del mondo editoriale. Questo clima, ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, mi costringe ancora a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari”.
Speranza e le responsabilità come ministro nell’era Covid: “Un carico di lavoro inimmaginabile”
Speranza parla, per la prima volta senza reticenze, di cosa ha significato il dover fare i conti, nelle vesti di ministro della Sanità, con la pandemia e delle difficoltà che si è trovato ad affrontare.
Un impegno segnato da responsabilità enormi a causa della drammaticità della situazione pandemica. Non a caso, ricorda subito l’ex ministro, durante gli oltre tre anni del suo mandato, altri Paesi hanno visto più persone alternarsi in quel ruolo: quattro in Francia, tre in Gran Bretagna e due in Germania.
“È stato un carico di lavoro inimmaginabile, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, senza alcuna pausa con decisioni quotidiane che incidevano sulla vita quotidiana di milioni di italiani. Questa storia non può essere rimossa. E il lavoro incessante che ho fatto, dando tutto me stesso, non può essere sottovalutato”.
A questo, infine, Speranza vuole aggiungere la “clamorosa inchiesta giudiziaria” seguita a tutto ciò.
Un insieme di fattori, aggravati dalle minacce alla propria incolumità, che il deputato dem mette in fila per spiegare le ragioni di una scelta evidentemente molto sofferta.