Elon Musk ci è cascato di nuovo. Stavolta oggetto di un suo post è stato Dogwifhat, l’ormai iconica meme coin che sta letteralmente spopolando tra gli amanti del genere. In un messaggio dedicato al giorno di San Patrizio, il fondatore di Tesla ha infatti condiviso un’immagine che ritraeva tre cani, ognuna dotato di un cappello.
Il riferimento è naturalmente a Dogwifhat, indicato ormai da tutti come il cane con il cappello. Anche se lo stile del miliardario di origini sudafricane è come al solito indiretto, non è stato complicato per molti ravvisare nel post il suo forte sostegno a WIF.
Elon Musk e WIF: è sbocciato un nuovo amore?
Com’è noto, Elon Musk è un fan della prima ora di Dogecoin. I suoi tweet per lungo tempo hanno rappresentato una leva potentissima per DOGE, sospingendone il prezzo a livelli impensabili per una semplice meme coin.
Una funzione del resto riconosciuta dalla comunità raccolta intorno al progetto, tanto da indicare l’uomo più ricco del mondo come indiscutibile CEO dell’azienda, su un referendum condotto sull’allora Twitter.
Altre meme coin hanno in seguito cercato di procacciarsene le simpatie, sperando con tutta evidenza in un impatto analogo sulle proprie fortune. Paradossalmente, non ce n’è neanche stato il bisogno. Non poche volte, infatti, i tweet di Musk sono stati interpretati dai mercati come un avallo a determinate meme, con le ovvie conseguenze.
Quanto accaduto stavolta con Dogwifhat, quindi, rientra in una storia ormai lunga e anche controversa. Non a tutti, infatti, piacciono i messaggi lanciati da Elon Musk. Anzi, più di una volta il numero uno di Tesla è stato accusato di turbativa dei mercati. Intanto, però, l’ultimo messaggio ha spedito Dogwifhat sulle montagne russe.
Dagli altari alla polvere in poche ore
Se è vero che il prezzo di WIF è stato pompato dal messaggio di Elon Musk, nel corso delle ultime ore si è verificato un notevole ritracciamento, che potrebbe aver fatto forti danni tra i sostenitori del progetto. In appena 24 ore, infatti, il suo valore è sceso di oltre nove punti percentuali.
Naturalmente le cause di questo crollo sono da ravvisare nel momento molto particolare del mercato, che sta subendo perdite generalizzate. L’ondata di vendite su Bitcoin si è andata a riflettere sull’intero settore e, in particolare, sugli ambiti più chiaramente speculativi, come quello delle meme coin.
Se progetti ormai consolidati come Dogecoin e Shiba Inu sono stati costretti a lasciare sul terreno rispettivamente il 5,62 e il 3,44% del proprio valore, non può certo stupire il dato molto più significativo di WIF. Naturalmente, potrebbe trattarsi di una semplice dinamica di mercato, quella che sta colpendolo. Il timore è che, però, il fatto di presentarsi come un token puramente speculativo possa esporlo a rischi molto più grandi di quelli collegati a soluzioni più complesse.
Dogwifhat, all’insegna della spensieratezza
Sino a questo momento Dogwifhat ha goduto di larghe simpatie, derivanti dal modo estremamente fresco di presentarsi. Il suo berretto rosa lavorato a maglia è diventato una sorta di icona, spingendo alla formazione di una comunità entusiasta. Talmente entusiasta da indicare nello stesso berretto indossato da Lebron James un chiaro appoggio a WIF, poi smentito da più parti.
Il problema vero è che, preso da un punto di vista esclusivamente tecnologico, WIF mostra una certa debolezza. Non esiste un piano di sviluppo, non c’è un ecosistema strutturato e popolato come quello di Shiba Inu. Forse potrebbe arrivare nel futuro lo staking, ma al momento si tratta di una semplice ipotesi.
Il tutto, in in definitiva, si risolve in una meme coin estremamente basica, sulla falsariga di Dogecoin. DOGE, però, è talmente noto che può permettersi la mancanza di un vero modello di business. WIF non lo è ancora allo stesso livello, anche se il 48° posto già raggiunto nella classifica di CoinMarketCap è effettivamente notevole. La domanda che ci si dovrebbe porre, prima di investirci sopra, è se sia in grado di resistere ad una crisi grave come il crypto winter in auge sino a qualche tempo fa. Una domanda la cui risposta non è scontata.