“La partita persa con l’Empoli ci ha tolto sicurezza” aveva detto mister Allegri poco più di due mesi fa. Da quel momento in poi però le cose sono precipitate vertiginosamente e la Juventus sembra non riuscire più a riprendersi. 7 punti in 8 giornate, una media pessima per una squadra che sembrava poter lottare per lo scudetto, con 9 gol fatti e 11 subiti. E’ vero che l’obiettivo dichiarato è sempre stato il raggiungimento della Champions, ma è altrettanto vero che viste le ultime uscite i tifosi non possono proprio dirsi soddisfatti. E immediato si riapre il dibattito sul futuro del club e del mister. Per commentare il progetto Juventus e la posizione di Allegri, Ascanio Pacelli, volto noto della tv e tifoso bianconero, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Juventus, Allergi perde le staffe: Ascanio Pacelli a Tag24

I risultati non arrivano e il nervosismo in casa Juventus è tangibile. La squadra non gira, i bianconeri non riescono più ad essere pericolosi e hanno perso brillantezza e lucidità anche in fase difensiva, punto di forza ad inizio stagione. I ragazzi di Allegri sembravano davvero poter insidiare l’Inter nella corsa scudetto mentre ora, a distanza di un paio di mesi, rischiano di doversi addirittura guardare le spalle per non perdere terreno rispetto alla corsa Champions. Il terzo posto, almeno per ora, pare in cassaforte, ma guai a mollare la presa perchè la caduta potrebbe essere rovinosa. Dopo aver perso il secondo posto, ora il Bologna dista solo 5 punti, mentre la Roma sta a 8. Le ultime uscite sono state drammatiche, con una media punti da retrocessione. Sul banco degli imputati ci va Allegri. Per commentare il momento della Juventus, Ascanio Pacelli è intervenuto a Tag24.

Momento di estrema crisi in casa Juventus, ti sei dato una spiegazione di questa differenza di rendimento dall’inizio dell’anno ad ora?

“Bisognerebbe capire innanzitutto se è stata fortuna quella che abbiamo avuto nella prima parte di stagione o se è sfortuna quella di adesso. Nello sport, e l’ho vissuto in prima persona con il golf, quando cala la fiducia, quando perdi completamente il tuo modo di affrontare le difficoltà in maniera ferma, crolla tutto. Se in una squadra succede a tutti i calciatori, contemporaneamente, è un dramma. È lì che deve subentrare la bravura dell’allenatore che deve capire qual è il metodo migliore per cambiare le cose rapidamente.

Pensi sia successo qualcosa che ha portato alla rottura dello spogliatoio?

“Non lo so, ma inevitabilmente qualcosa deve essere successo. Io vivo a Roma e ho vissuto in prima persona quello che è avvenuto con i giallorossi. Da Mourinho a De Rossi, i calciatori sono gli stessi perché non è arrivato nessuno di nuovo, ma improvvisamente hanno ricominciato a giocare. Pellegrini è l’esempio lampante. Non sto dicendo che deve andare via Allegri, ma sto dicendo che anche lui ha una responsabilità importante. Le risposte che ha dato ai giornalisti dopo la partita con il Genoa non sono segnale di serenità. Purtroppo funziona sempre allo stesso modo, quando le cose vanno bene i meriti sono dei calciatori e quando vanno male il primo a pagare è sempre l’allenatore. Al momento manca la cazzimma di venirne fuori”.

Parte tutto dallo scontro diretto contro l’Inter?

“In parte sì, ma in quell’occasione abbiamo perso per un autogol. Non è che ci abbiano preso a pallonate. Quella sconfitta però improvvisamente ha catapultato la Juventus all’inferno. Basterebbe probabilmente rimotivare alcuni giocatori, perché ce ne sono tanti di qualità”.

A proposito di calciatori, impressionante l’involuzione di Chiesa. Può essere ancora recuperato e può essere l’uomo su cui costruire la Juventus del futuro?

“Purtroppo quando le cose si rompono è difficile ricostruire. Quello che è noto da spettatore è che quando la Juventus ha la palla non si sa mai cosa fare. Spesso i calciatori la ridanno indietro per concludere il compitino. Poi vedi altre squadre che hanno ragazzi giovanissimi e che fanno un calcio meraviglioso. Chiesa lo stiamo aspettando da tanto, ed è un talento. In questo momento però sembrano tutti individui e non una squadra. Si è persa la spensieratezza che c’era prima. C’è stato un momento in cui la Juventus si divertiva e vinceva, mentre ora si vede che tutti hanno paura. Chiesa è diventato prevedibile, anche nell’uno contro uno”.

Di Vlahovic invece che mi dici?

“Sembrava essere tornato e ha fatto tanti gol nell’ultimo periodo, ma poi nelle gare importanti sparisce. Contro il Napoli è mancato totalmente. Ecco, quella sarebbe potuta essere la gara della svolta, anche perché la Juventus avrebbe anche meritato di vincere. Con un risultato positivo forse i bianconeri avrebbero ritrovato fiducia. Purtroppo questa svolta non è arrivata anche col 3 a 2 all’ultimo minuto a Torino. Col Genoa abbiamo preso i pali, ma non è possibile non riuscire a segnare in casa. Vorrei vedere una squadra che dà il 130% e che ha cattiveria agonistica”.

Adesso la Juventus deve addirittura guardarsi le spalle?

“Beh la Juventus non ha un calendario semplice perché adesso dovrà affrontare la Lazio, che è comunque una squadra ostica e che adesso ha trovato un allenatore molto in gamba, e poi se la dovrà vedere anche con il Milan. Davanti ci sono partite importanti, perché c’è anche il derby e la Coppa Italia. Questa squadra deve tirare fuori gli attributi, in maniera ordinata e non confusa. Vorrei vedere un gruppo unito e in questo momento non ho questa impressione”.

Pensi che il ciclo di Allegri sia concluso?

“Siamo in un’epoca particolare, non abbiamo più una squadra fatta da grandi campioni. Mi aspetto una vera e propria ricostruzione, che possa ripartire dai giovani. Servono però anche dei leader all’interno dello spogliatoio, a partire dall’allenatore. Io faccio un altro mestiere e non sono nessuno per criticare Allegri, ma è evidente che stiamo portando avanti qualcosa che non c’è più. Io ero uno dei quelli a favore di Pirlo, che invece è stato tagliato fuori nonostante qualche buon risultato. Riprendere Allegri rappresentava una certezza ma questa serenità non è arrivata. Abbiamo cambiato tanti giocatori e forse è arrivato il momento di aprire un nuovo ciclo”.

Un nuovo ciclo che potrebbe ripartire da Conte?

“Con nuovo intendo nuovo. Mi piacerebbe ricominciare da capo non prendendo un altro tecnico che ha già un lungo trascorso in bianconero. Ultimamente si sta parlando spesso di Thiago Motta che sta facendo un grande lavoro, ma bisognerà fare attenzione. Entrare alla Continassa cambia molto. Il peso è tanto perché l’aspettativa è altissima. Questa squadra deve stare in Champions, poi si può anche non vincerla perché una sola alza al trofeo, ma il livello è quello. Lo slogan della Juventus è sempre stato ‘Fino alla fine’, mentre ora è una squadra prevedibile e questo lo spirito non lo vedo più”.