Il Consiglio Legislativo di Hong Kong ha approvato all’unanimità la seconda legge sulla sicurezza nazionale, che prevede un’ampliamento dei reati e intensifica la repressione del dissenso.
Il parlamento di Hong Kong approva all’unanimità la nuova legge sulla sicurezza nazionale
Il Parlamento di Hong Kong ha approvato rapidamente il nuovo disegno di legge sulla sicurezza nazionale. L’amministrazione della città, schierata con Pechino, ha accelerato il processo legislativo per il pacchetto noto come Articolo 23, portandolo al voto in meno di due settimane dalla sua presentazione.
Il disegno di legge è stato presentato l’8 marzo ed è stato discusso in soli 11 giorni. La nuova legge entrerà in vigore il 23 marzo 2024.
La nuova legge sulla sicurezza nazionale
L’Articolo 23 amplia la controversa legge sulla sicurezza nazionale precedentemente imposta dalla Cina nel 2020. Introduce 39 nuovi reati tra cui tradimento, spionaggio, interferenze esterne e gestione illegale di segreti di stato. I reati più gravi sono punibili fino all’ergastolo.
Il leader di Hong Kong, John Lee, ha descritto l’approvazione come un “momento storico per Hong Kong”. Secondo Lee, le nuove norme erano necessarie come parte del tentativo di “ripristinare la stabilità” nella città.
I critici ribadiscono che i reati contro la sicurezza nazionale si estendono notevolmente in termini di definizione e applicazione, inclinando a includere una vasta gamma di comportamenti. Questa interpretazione estensiva rischia spesso di criminalizzare le critiche politiche, le espressioni di dissenso e persino le normali attività commerciali, che in altre circostanze non verrebbero considerati come reati.