Una giovane ragazza è stata ripetutamente stuprata e poi costretta dai suoi familiari a ritirare le accuse. La terribile vicenda arriva dalla provincia di Reggio Calabria.

Reggio Calabria, stuprata e costretta al silenzio: indagate 20 persone

Secondo quanto riportato dagli investigatori, la giovane vittima di abusi sessuali nel Reggino sarebbe stata oggetto di un tentativo coercitivo da parte dei suoi parenti, che avrebbero addirittura suggerito il suicidio e disattivato la scheda telefonica del suo cellulare, simulando uno smarrimento. Inoltre, avrebbero cercato di costringerla a sottoporsi a una visita psichiatrica per ottenere una certificazione medica che attestasse la sua incapacità di intendere e volere, rendendo così inattendibili le sue dichiarazioni.

La denuncia dei maltrattamenti ha portato all’identificazione di 20 persone, alcune delle quali minori, legate da vincoli familiari con esponenti di spicco della ‘ndrangheta. Quattro persone, due donne e due uomini, sono state arrestate e poste ai domiciliari per i reati di violenza o minaccia per costringere a commettere reato ed intralcio alla giustizia, su disposizione del Tribunale di Palmi.

L’operazione investigativa è stata avviata nell’ambito dell’operazione “Masnada” coordinata dalla Procura di Palmi, che ha già portato all’arresto di tre individui legati alla ‘ndrangheta. Altri soggetti, tra cui alcuni minorenni, sono stati individuati per il loro coinvolgimento nelle violenze sessuali di gruppo.

Dopo un blitz del commissariato di Palmi contro i presunti membri del branco, l’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa nei confronti dei familiari di una delle vittime. Il fratello e la sorella della ragazza abusata, insieme ai loro compagni, sono stati posti ai domiciliari per aver cercato di ostacolare la collaborazione della ragazza con gli investigatori e di farle ritrattare le sue dichiarazioni.