L’Italia sta incontrando nuove sfide nel mantenere la sua posizione come destinazione privilegiata per gli investitori internazionali. Il recente report del Global Opportunity Index (GOI), elaborato dal Milken Institute, evidenzia un leggero arretramento dell’Italia nella classifica globale dei mercati più attraenti per gli investimenti esteri, passando dal 32° al 36° posto in solo un anno. Il GOI valuta l’attrattività di un Paese per gli investitori esteri attraverso l’analisi di una serie di 100 fattori economici, finanziari, istituzionali e normativi, suddivisi in cinque categorie principali: percezione delle imprese, fondamentali economici, servizi finanziari, quadro istituzionale e politiche internazionali.

Investimenti esteri? Non in Italia

Nonostante il calo di posizioni, è rilevante notare come l’Europa continui a dominare la scena, ospitando quattro delle cinque nazioni più attraenti per gli investimenti secondo l’ultimo report del GOI. La Danimarca si afferma al vertice, grazie a una serie di riforme e politiche che hanno migliorato significativamente la percezione aziendale e la facilità di fare business, oltre a un impegno costante verso la sostenibilità e la resilienza economica.

Il successo di nazioni come Danimarca, Svezia, e Finlandia, che occupano rispettivamente la prima, la seconda e la terza posizione nella classifica generale, si basa su un mix ben bilanciato di solidi fondamentali economici, un quadro istituzionale efficace, servizi finanziari accessibili e politiche allineate agli standard internazionali. Queste nazioni hanno saputo creare un ambiente favorevole agli investimenti esteri, mettendo in campo politiche mirate all’innovazione, alla digitalizzazione e alla sostenibilità.

Infine, al quarto e quinto posto troviamo rispettivamente Stati Uniti e Regno Unito.

E l’Italia?

Nell’analisi specifica dell’Italia, i punteggi più bassi sono stati registrati nei settori dei servizi finanziari e degli standard e politiche internazionali. Ciò suggerisce che, nonostante le indiscusse potenzialità del Paese, esistano margini di miglioramento significativi, soprattutto nell’ottica di rendere il sistema finanziario più accessibile e allineare le politiche nazionali agli standard globali, in termini di regolamentazione e protezione della proprietà intellettuale.

Incrementare l’accessibilità ai servizi finanziari, rafforzare il quadro istituzionale e promuovere politiche in linea con gli standard internazionali rappresentano certamente dei passaggi chiave per attirare gli investimenti esteri. Inoltre, l’investimento in tecnologie sostenibili e la promozione di un’economia resiliente potrebbero elevare l’attrattività del Paese agli occhi degli investitori internazionali.

Investimenti esteri: il fascino inalterato delle economie asiatiche

Nonostante le fluttuazioni geopolitiche e le tensioni economiche globali, l’Asia emerge con prepotenza come la regione prediletta per gli investimenti nelle economie emergenti e in via di sviluppo (E&D). Il recente report del Milken Institute evidenzia un panorama di opportunità unico per gli investitori internazionali, con l’Asia che attrae oltre la metà degli investimenti diretti nelle nazioni E&D tra il 2018 e il 2022.

Al centro di questa tendenza si colloca la Malesia, che si distingue come la destinazione preferita dagli investitori globali, posizionandosi al 27esimo posto a livello mondiale. La nazione brilla per le condizioni di investimento favorevoli, un quadro istituzionale solido e diritti degli investitori particolarmente forti. Non a caso, la Malesia è riconosciuta come il sesto maggiore esportatore mondiale di chip, coprendo il 23% della produzione destinata agli Stati Uniti, un indicatore della sua importanza strategica nel settore tecnologico globale.

Dinamiche geopolitiche e impatto sugli investimenti

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno indubbiamente influenzato gli afflussi di capitali verso le economie asiatiche E&D, registrando una flessione del 75,4% nel 2022. Tuttavia, la regione ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e attrazione, mantenendo un appeal significativo per gli investitori alla ricerca di mercati ad alto potenziale di crescita. La Cina, nonostante le sfide, continua a essere un attore dominante, classificandosi al 39° posto e attirando più della metà degli investimenti in Asia tra il 2018 e il 2022.

Le prime 10 economie asiatiche E&D per gli investitori

L’indice Global Opportunity del Milken Institute ha individuato i seguenti paesi come le prime destinazioni asiatiche per gli investimenti E&D:

  1. Malesia
  2. Tailandia
  3. Cina
  4. Indonesia
  5. Vietnam
  6. India
  7. Mongolia
  8. Sri Lanka
  9. Filippine
  10. Cambogia

Singapore, Hong Kong e Giappone: punti di forza asiatici

Al di fuori del contesto E&D, Singapore si afferma come il paese asiatico preferito dagli investitori, raggiungendo il 14° posto a livello globale. Anche Hong Kong e il Giappone mostrano una forte attrattività, posizionandosi rispettivamente al 15° e 16° posto.