Nel contesto attuale, l’Italia si appresta a vivere una fase di significativo rinnovamento nel panorama lavorativo, con proiezioni che indicano l’apertura di oltre 1,4 milioni di posizioni lavorative nel periodo marzo-maggio 2024. Questo incremento, rispecchiando un trend positivo, sottolinea una vitalità del mercato del lavoro che merita attenzione. Allo stesso tempo, però, emerge una sfida notevole: la difficoltà di reperimento del personale qualificato, un ostacolo che quasi la metà delle imprese italiane si trova ad affrontare. È il fenomeno del mismatch (letteralmente, “mancata corrispondenza”) ed è a suo modo preoccupante.

Mismatch: la richiesta di lavoro nelle PA e il fabbisogno occupazionale

Un elemento distintivo di questo scenario è il ruolo della Pubblica Amministrazione (PA), che nei prossimi anni vedrà un significativo turnover a causa del pensionamento. Si stima che tra il 2024 e il 2028, le amministrazioni pubbliche necessiteranno di oltre 676 mila nuovi ingressi.

L’analisi dei fabbisogni occupazionali, elaborata da Excelsior in collaborazione con Unioncamere, rivela che la sostituzione del personale in uscita dal mercato del lavoro rappresenta la componente predominante della domanda, con oltre 2,7 milioni di unità previste nel quinquennio 2023-2027. Questo aspetto assume particolare rilievo nel settore pubblico, dove le necessità di sostituzione toccano punte superiori al 90%.

Il settore dei servizi emerge come il più impattato da questa dinamica, con il comparto pubblico che gioca un ruolo centrale. La salute, l’istruzione e la pubblica sicurezza sono settori chiave in cui la mancanza di personale qualificato può avere ripercussioni significative sull’intero tessuto economico e sociale del paese.

Le proiezioni di crescita occupazionale

Guardando al futuro, le proiezioni indicano un fabbisogno occupazionale compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di unità per il quinquennio 2024-2028. Questo range evidenzia l’importanza delle politiche di investimento e formazione, in particolare quelle legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per far fronte alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.

Mismatch tra domanda e offerta di lavoro

Un aspetto cruciale da affrontare è il mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro, che non solo limita la crescita economica, ma rappresenta anche una sfida per le politiche di occupazione. In questo contesto, l’Italia si trova di fronte alla necessità di ridurre tale discrepanza, lavorando sull’orientamento professionale e avvicinando i percorsi formativi alle esigenze del mercato.

Il turismo come motore di crescita

Il settore del turismo si conferma come una delle principali locomotive dell’occupazione, con previsioni di crescita che evidenziano l’importanza di politiche mirate a supportare e incentivare l’impiego in questo ambito.

Il fenomeno del mismatch nel reperimento del personale e la richiesta di competenze specifiche

Nel dettaglio, il settore dell’istruzione e i servizi formativi pubblici evidenziano la maggiore richiesta di titoli universitari, con oltre 200 mila unità previste. Questo trend si estende anche ai servizi generali della pubblica amministrazione e al settore sanitario, dove la quota di laureati si attesta intorno al 76-79%.

Nonostante l’apertura di circa 170 mila posizioni nel 2023, il settore pubblico si confronta con la difficoltà di coprire integralmente i fabbisogni di personale, specialmente per profili tecnici o altamente specializzati. La problematica del mismatch, che abbiamo visto essere la discrepanza tra le competenze offerte dal mercato del lavoro e quelle richieste dalle pubbliche amministrazioni, si manifesta con particolare evidenza nella ricerca di ingegneri o architetti, dove si registra un elevato tasso di posti vacanti.

Il fabbisogno di competenze nelle aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) evidenzia inoltre un significativo gap tra l’offerta formativa e le esigenze del mercato del lavoro. Si stima una carenza annuale di migliaia di giovani formati in queste discipline, un divario che si estende anche alla formazione tecnico-professionale. Questa carenza offre dunque una prospettiva sulla necessità di riallineare i percorsi formativi alle richieste emergenti del settore pubblico.