Blitz antimafia a Catania, con trecento poliziotti in azione: 41 gli arresti eseguiti oggi 19 marzo 2024. Inferto un duro colpo al clan Cappello-Bonaccorsi. Diversi i reati contestati.
Blitz antimafia a Catania, 41 arresti oggi 19 marzo 2024: documentata la gestione di una piazza di spaccio
Gli agenti sono entrati in azione coordinati coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia. Trentasei le persone in carcere, cinque quelle agli arresti domiciliari.
L’indagine è stata portata avanti con il supporto di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ma anche con videoregistrazioni. Ha fatto luce sulla grossa piazza di spaccio nel rione popolare San Cristoforo, allestita nella zona solitamente chiamata “Locu”, da sempre presidiata da esponenti del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.
Lo spaccio delle sostanze stupefacenti avveniva in strada e in alcune abitazioni: sono stati accertati centinaia di episodi di cessione di droga, svelati anche da agenti sotto copertura.
Il gruppo di pusher, sotto la direzione dei capi dell’associazione criminale- tra cui Nicola Tomaselli, Salvatore Marino, detto “cià cià” e Francesco Cultraro – si sarebbero alternati su vari turni orari nell’arco delle giornata.
I reati ipotizzati a vario titolo, e con differenti profili penali, sono quelli di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish.
Operazione “Locu”
In particolare, l’indagine culminata nell’operazione “Locu” è riuscita a documentare la gestione di una grossa piazza di spaccio attiva a Catania, rifornita di cocaina grazie a tre distinti canali di approvvigionamento.
Il primo, riconducibile all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo, detto “Domenico da zà Lina” e che sarebbe composta, tra gli altri, anche da Filippo Crisafulli, detto “Candeggina”. I due avrebbero agito con la collaborazione di Francesco Maugeri, “Ciccio a pà”; Biagio Querulo, “Gino da zà Lina”; e Francesco Grillo.
Il secondo canale è legato a un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, i cui ‘capi’ sarebbero rappresentati da Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano, detto “Giuvanneddu cammisa”, che si avvalevano della collaborazione del fratello di quest’ultimo, Renè Salvatore.
Mentre il terzo è riconducibile al grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, figlio del più noto Orazio ed esponente del clan mafioso Laudani.
Inoltre, nel corso dell’attività di indagine, sono stati effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti: in totale oltre 700 grammi di cocaina e un chilo di marijuana.
Un blitz antimafia, che ha interessato quattro Regioni, è avvenuto anche lo scorso gennaio: 15 gli arresti.