La Procura di Roma ha richiesto una condanna a 8 anni per Gianfranco Fini, ex presidente della Camera ed ex leader di Alleanza Nazionale, imputato nel processo legato all’acquisto di un appartamento a Montecarlo. Sono stati chiesti 9 anni per la compagna Elisabetta Tulliani. Inoltre, il pm ha sollecitato una condanna a 10 anni per Giancarlo Tulliani e a 5 anni per il padre Sergio. Nel procedimento si procede anche per il reato di riciclaggio.  La Procura costituita dalle due pm Maria Teresa Geraci e Barbara Sargenti, ha chiesto condanne severe per il riciclaggio che sarebbe stato commesso sui proventi delle società di Francesco Corallo, imprenditore già rinviato a giudizio dalla Procura di Roma.

Pagato circa 300mila euro, l’immobile è stato poi rivenduto da Giancarlo Tulliani, per 1.360.000 euro, creando dunque una plusvalenza di circa un milione, con denaro proveniente da Corallo e che dunque – sempre secondo i pm – sarebbe stato riciclato. 

Secondo la tesi dei pm capitolini, il cognato di Fini avrebbe ricevuto i soldi necessari per l’acquisto della casa di Montecarlo da Rudolf Baetsen, un collaboratore dell’imprenditore del gioco d’azzardo Francesco Corallo, facendoli transitare su conti offshore.

Le accuse all’ex leader di Alleanza Nazionale

Al centro del processo ci sarebbe la compravendita di una casa a Montecarlo. Secondo l’accusa, sarebbe stata lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, e poi  acquistata da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, attraverso una società off-shore. Un’operazione risalente al 2008, per un valore di poco più di 300mila euro. L’immobile, sarebbe poi stato rivenduto nel 2015 per oltre un milione di dollari, precisamente un milione e 360mila.

 L’Avvocatura dello Stato ha invece chiesto l‘assoluzione per Fini, ma si è associata alle condanne richieste dalla procura di Roma per gli altri imputati.

Elisabetta Tulliani difende Fini: “Non ne sapeva niente”

Elisabetta Tulliani, accusata insieme al fratello Giancarlo, e all’ex presidente della Camera, difende il compagno, Gianfranco Fini:

“Sento il dovere di confessare le mie responsabilità: ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo, non ho mai detto a Fini la provenienza del denaro che ero convinta fosse di mio fratello. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita. Spero di avere dato con questa mia dichiarazione un elemento per arrivare alla verità”. 

Gianfranco Fini: “Ho fiducia nella Giustizia”

Gianfranco Fini, presente in tribunale a Roma, ha semplicemente commentato:

“Era scontato che la pubblica accusa chiedesse la condanna, continuo ad avere fiducia nella giustizia e ciò in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitatomi”.