Per poter servire al meglio i propri utenti, la Decentralized Finance necessita di ambienti molto sicuri e, soprattutto, in grado di assicurare la necessaria interoperabilità. Proprio per questo motivo, nel corso degli ultimi anni è arrivata una lunga serie di soluzioni che si propongono di realizzarli.

Tra quelli che sono sbarcati di recente sulla scena dell’innovazione finanziaria, un posto di riguardo spetta a Aurora. Si tratta di una blockchain, con annesso ecosistema di nuova generazione compatibile con Ethereum, che è stata lanciata su NEAR Protocol. La sua peculiarità è quella di andare ad alimentare le innovazioni dietro Aurora Cloud. Tanto da spingere la società a presentarsi come “il percorso più veloce disponibile alle aziende Web2 per acquisire il valore di Web3”.

Aurora: cos’è e cosa si propone

Aurora è una piattaforma che fa dell’innovazione il suo punto di forza al fine di riuscire ad affrontare le sfide fondamentali proposte dall’ecosistema blockchain. Per condurre in porto la sua missione, fa leva su tecnologie avanzate e su un modello di business centrato sull’utente.

Usando parole più semplici, possiamo affermare che si tratta di un sistema espressamente progettato nell’intento di facilitare l’accesso alla tecnologia blockchain, abbattendo i costi necessari e incrementando al massimo la scalabilità. Lanciata su NEAR Protocol, Aurora riesce a sfruttare al meglio la Ethereum Virtual Machine, rendendo possibile l’esecuzione efficiente di smart contract e dApps (applicazioni decentralizzate) all’interno di un ambiente che esalta sicurezza e interoperabilità.

Proprio quest’ultima, viene agevolata da Rainbow Bridge, una soluzione grazie alla quale è possibile il trasferimento di asset digitali da una blockchain all’altra senza dover sacrificare nulla in termini di sicurezza e di costi.

Come funziona Aurora?

Il funzionamento di Aurora si basa su un mix di tecnologie e protocolli in grado di agevolare un’esperienza utente in linea con l’efficienza e la scalabilità richiesta dalle aziende. Il punto di partenza in tal senso è rappresentato proprio dall’integrazione con la EVM. L’utilizzo della macchina virtuale di Ethereum si traduce in una totale compatibilità con il suo ecosistema. Si tratta di un fattore importantissimo, in quanto gli sviluppatori sono in grado di creare e distribuire gli smart contract utilizzando il popolarissimo linguaggio di programmazione Solidity e gli altri strumenti ormai familiari a chi opera in questo ambito.

L’altro punto di forza è rappresentato dal fatto di essere basato sulla blockchain di NEAR Protocol, che è notoriamente molto efficiente e, soprattutto, altamente scalabile. A conferire ulteriori profili di convenienza è poi l’offerta di transazioni a basso costo o, addirittura, prive di costi. A renderlo possibile Gasless Management, una funzionalità che si fonda su una efficiente allocazione delle risorse e delle commissioni di rete. Il combinato disposto che ne risulta, riesce a garantire transazioni molto rapide e convenienti. Tanto che sul sito di Aurora viene indicato intorno ai due centesimi il costo medio delle stesse.

L’altro punto saliente dell’ecosistema Aurora è poi rappresentato dal Rainbow Bridge, una infrastruttura virtuale che agevola il trasferimento di asset tra le blockchain di Aurora, Ethereum e NEAR Protocol in maniera estremamente efficiente.

Infine, occorre ricordare che per quanto riguarda la sicurezza del sistema, è affidata al meccanismo di consenso Proof-of-Stake (PoS). Gli utenti possono perciò stoccare i token per ritagliarsi una rendita passiva. La rapida convalida delle transazioni, che avviene nell’arco di un paio di secondi, si mixa quindi con il conseguimento di elevati livelli di sicurezza.

Le prospettive per il futuro

L’ecosistema di Aurora già al momento è popolato da più di 200 applicazioni decentralizzate. Si tratta quindi di un ecosistema già vivace e destinato a rafforzarsi nell’immediato futuro.

Per capirne meglio i contorni, occorre però dare uno sguardo al team di sviluppo che ispira il progetto. Che è formato da:

  • Alex Shevchenko, Ph.D. in fisica e matematica, imprenditore e attivo nel settore blockchain dal 2015, con la partecipazione allo sviluppo di Exonum di Bitfury;
  • Arto Bendiken, cypherpunk, imprenditore e prolifico autore open source con oltre 20 anni di esperienza professionale nell’ingegneria del software, all’interno di organizzazioni come l’Agenzia spaziale europea (ESA) e lo Space and Naval Warfare Systems Command della Marina statunitense (SPAWAR);
  • Frank Braun, Ph.D. in informatica, che vanta oltre 20 anni di esperienza nella costruzione di sistemi software complessi;
  • Joshua J. Bouw, famoso per il ruolo svolto nello sviluppo del meccanismo PoS, tanto da essere indicato come “il padrino della Proof-of-Stake”;
  • Kirill Abramov, ingegnere informatico con oltre 6 anni di esperienza nello sviluppo di software ad alte prestazioni e nella creazione di soluzioni cross-chain.

Proprio il livello della squadra di sviluppo, quindi, sembra il miglior asso nella manica per il futuro successo di Aurora, al momento al 311° posto nella classifica di CoinMarketCap.