Una dura presa di posizione, quella del Partito Popolare Europeo (Ppe) contro l’esito delle elezioni in Russia, che hanno visto il trionfo di Vladimir Putin. Il gruppo ha chiesto all’Unione europea di emettere una dichiarazione ufficiale nella quale venga esplicitamente dichiarato che Putin non è un presidente legittimo della Russia.

Elezioni in Russia, Ppe contro Putin: “Voto non è stata un’elezione”

Le elezioni che si sono svolte ieri in Russia stanno lasciando uno strascico di polemiche e contestazioni. A far discutere è, soprattutto, la portata della vittoria del presidente russo, riconfermato per il suo quinto mandato. Un trionfo quasi plebiscitario ottenuto, viene sostenuto da più parti, attraverso intimidazioni e metodi coercitivi, che avrebbero reso poco ‘trasparente’ e libero l’esercizio di voto dei cittadini russi.

Adesso è il Partito Popolare Europeo (Ppe) a contestare pubblicamente il voto e a chiedere una mossa altrettanto decisa da parte di tutta l’Unione europea sulla questione.

In occasione del Consiglio degli Affari Esteri previsto per oggi, il Ppe chiederà ai ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles di dichiarare, con una nota ufficiale, che Putin non è il presidente legittimo della Russia poiché le elezioni che lo hanno visto uscire vittorioso non hanno valore e sono illegali.

Juknevičienė (Ppe) e la dura critica a Putin: “Peggio di Hitler e Stalin insieme”

A farsi portavoce di questa presa di posizione è Rasa Juknevičienė, vicepresidente lituana del gruppo del Ppe al Parlamento europeo e responsabile per gli affari esteri del partito.

“Vladimir Putin non può essere considerato il leader del suo Paese. Putin non è un presidente e questo voto non è stata un’elezione“.

La Juknevičienė aveva già espresso la sua opinione fortemente contraria alle modalità con cui si stavano svolgendo le elezioni in Russia nella giornata di ieri, attraverso il suo profilo Twitter.

Dapprima, prendendosela con l’agenzia di stampa Reuters, che stava aggiornando sui dati provenienti dallo scrutinio in Russia, colpevole di “diffondere le bugie del Cremlino“.

“In Russia non ci sono elezioni e nemmeno exit poll. Smettete di diffondere le bugie del Cremlino”.

Successivamente, a un follower che, ironicamente, le chiedeva se pensasse che la Russia fosse ancora un Paese comunista che impedisse lo svolgersi delle elezioni, l’eurodeputata replicava senza mezzi termini:

“È molto peggio. Putin è come Hitler e Stalin insieme“.

Un parallelismo che non lascia spazio ad alcun fraintendimento in merito all’opinione decisamente negativa della Juknevičienė verso il leader del Cremlino. Vedremo se l’Europarlamento la condividerà.