Il 13 luglio del 2015 perse la vita mentre lavorava come bracciante in un vigneto di Andria, in Puglia: ecco chi era Paola Clemente, la donna di 49 anni che ha ispirato il libro “Terrarossa” di Gabriella Genisi, da cui è tratta la puntata de Le indagini di Lolita Bosco che alle 21 di oggi, 18 marzo, sarà trasmessa su Rai 1. Per raccontare la sua storia, che nel 2016 ha portato all’approvazione di una legge anticaporalato, bisogna fare un passo indietro.
Chi era Paola Clemente, la bracciante agricola morta ad Andria nel 2015
Paola Clemente aveva 49 anni. Nata a Crispiano, in provincia di Taranto, con il marito Stefano Arcuri e i tre figli viveva a San Giorgio Jonico. Tutte le mattine, insieme ad altre centinaia di persone – perlopiù immigrati -, a bordo di un pullman raggiungeva le campagne di Andria, dove lavorava come bracciante agricola in un vigneto.
L’aveva fatto anche la mattina in cui perse la vita, quella del 13 luglio del 2015: sull’autobus aveva iniziato a sentirsi male, accusando debolezza e sudorazione improvvisa, ma nessuno dei presenti si era curato di avvisare l’autista per fare in modo che deviasse la sua corsa verso il più vicino pronto soccorso. Il loro primo pensiero era stato quello di iniziare il lavoro in tempo.
Alle 4 erano tutti erano già sui campi, inclusa Paola, che attorno alle 7.30 aveva iniziato a stare peggio. “Aveva gli occhi sbarrati e la lingua in mezzo ai denti”, avrebbe detto una testimone. Quando i soccorsi erano arrivati, un’ora dopo l’allarme lanciato da alcune sue colleghe, per lei non c’era già più niente da fare: era morta sotto a un albero a causa della fatica e del caldo, nonostante i tentativi degli altri braccianti di rianimarla.
Sul posto non c’era sorveglianza sanitaria. Dopo la morte di Clemente la Procura di Trani aveva quindi aperto un fascicolo d’inchiesta per capire se i titolari dell’azienda per cui la donna lavorava fossero in qualche modo responsabili. Il processo di primo grado si è concluso il 15 aprile del 2023 con l‘assoluzione dell’unico indagato dall’accusa di omicidio colposo aggravato dalla violazione della normativa a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro “perché il fatto non sussiste”.
La legge anticaporalato ispirata dalla storia di Paola Clemente
La Procura aveva chiesto di condannarlo a quattro anni ritenendolo colpevole di non aver fatto nulla per evitare la morte della lavoratrice e ora ha presentato ricorso in Appello. Sempre a Trani si sta tenendo, nel frattempo, il processo a carico delle sei persone che per conto di un’agenzia itinerale reclutavano i braccianti per gli imprenditori agricoli del posto, riuscendo a dimezzare la paga prevista dal contratto collettivo nazionale, pagandoli circa 27 euro per giorno a fronte dei 44 previsti.
Il rischio è che le accuse a loro carico – intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro – possano cadere in prescrizione e che la storia di Paola Clemente non ottenga la giustizia che merita. Di sicuro dai lavoratori non verrà mai dimenticata: dopo essere approdata in Parlamento, nel 2016 ha ispirato la legge numero 199 contro il caporalato e il lavoro nero, che ledono la dignità dei lavoratori. Una legge che in molti chiamano “legge di Paola” in memoria del suo sacrificio.
La puntata di “Lolita Lobosco” dedicata a questi temi
Sarà dedicata a questi temi la terza puntata della serie televisiva “Le indagini di Lolita Lobosco 3“, liberamente ispirata ai romanzi scritti dall’autrice Gabriella Genisi, che hanno appunto per protagonista Lolita Lobosco, vicequestore di Bari.