“La fabbrica delle lauree facili”. Con questo titolo il quotidiano La Repubblica punta il dito contro diversi atenei, tra cui l’Università Niccolò Cusano, in un articolo che propone un’analisi parziale e non approfondita dei fatti. Il Prof. Fabio Fortuna, Magnifico Rettore dell’Unicusano, ha affrontato la questione nel corso della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus.

Università telematiche, Fortuna (Rettore Unicusano): “La qualità dei docenti è una garanzia”

“Non voglio entrare specificamente nel contenuto di questa analisi unilaterale degli atenei telematici -ha affermato Fortuna-. In questi atenei insegnano professori ordinari, associati e ricercatori che sono vincitori di concorsi pubblici, al pari di quelli degli atenei statali. Questo già è un elemento di garanzia sotto il profilo della didattica. Le università telematiche e statali fanno tutte parte dello stesso sistema universitario, fare differenziazioni è pregiudizievole. La differenza sta solo nella modalità di erogazione nella didattica. Inoltre, l’Unicusano propone una didattica mista, telematica e in presenza. Essendo tutte parte dello stesso sistema universitario, diritti e doveri devono essere equivalenti”.

Fortuna: “Nell’articolo di Repubblica tanti luoghi comuni”

“Questa analisi di Repubblica contiene delle esagerazioni -ha aggiunto Fortuna-. La formazione e-learning non nasce oggi, è nata alla fine dell’800, ovviamente con mezzi tecnologici differenti. Ed è una formazione che consente di prepararsi anche a chi non ha la possibilità di seguire le lezioni in presenza. Il titolone sulle lauree facili è giornalistico, ma poi nella realtà quello che interessa è la qualità della didattica e della ricerca. Dire che le telematiche fanno poca ricerca è un altro luogo comune. L’Unicusano ha fatto passi da gigante, siamo primi in ingegneria industriale in Italia, abbiamo vinto numerosissimi progetti di ricerca internazionali e abbiamo vinto tredici progetti PRIN (progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale) nell’ultima tornata. E il primo posto deriva da un’analisi fatta dall’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), non è che ce lo siamo attribuiti da soli. La formazione a distanza dovrebbe essere implementata anche dalle strutture che forniscono una preparazione in presenza fisica, in modo da agevolare i ragazzi. Ad esempio per quanto riguarda i fuori sede, che hanno tanti problemi legati al costo degli affitti. Ci sono tante cose che si possono fare con la formazione online, non bisogna criminalizzarla, altrimenti l’Italia si ritroverà ad essere un Paese non al passo con i tempi. Noi facciamo le cose con grande serietà, abbiamo tanti bocciati e tante rinunce, non c’è nulla di facile”.

La centralità dello studente in Unicusano

“La centralità dello studente è fondamentale -ha sottolineato Fortuna-. Lo studente deve essere seguito nel suo percorso di formazione, non può essere abbandonato. Ci sono ipotesi fuorvianti per cui, se un ateneo segue il proprio studente attraverso il tutoraggio e un costante supporto, sembra quasi che faccia una cosa non giusta. E’ una cosa che dovrebbe esistere ovunque, in tutte le università e in tutte le scuole. Lo studente è al centro, se non ci fossero gli studenti non esisterebbero scuole e università. In Italia il numero dei laureati è il più basso in Europa dopo la Romania e allora, se esistono delle strutture che aiutano a colmare questo gap con assoluta dignità, dovrebbe essere vista come una cosa positiva. Io da quando insegno, anche nelle scuole secondarie di secondo grado, ho avuto studenti lavoratori di grandissima qualità. In tutte le università, esistono studenti migliori di altri, ma ciò si realizza a prescindere dalla modalità della didattica. E’ un delitto per un giovane fare attività in presenza ed essere avvantaggiato dall’e-learning e da strumenti di supporto che lo aiutano e viceversa? Il titolone di Repubblica è di grande effetto, ma non in linea con la realtà e lascia il tempo che trova”.

Sul tema, è intervenuto anche il Prof. Gino Bella, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Unicusano.