Lo staking, il deposito di risorse digitali per mettere in sicurezza una rete e guadagnare una rendita passiva, è uno dei pilastri della finanza decentralizzata. Al tempo stesso comporta alcuni problemi di non poco conto, a partire dall’immobilizzazione del valore depositato sino alla fine del periodo concordato, per non perdere il diritto alla ricompensa.
Per dare una risposta a questa problematica e aumentare la liquidità del mercato, è stato quindi varato il concetto di staking liquido. In pratica, chi stocca i suoi token ha la possibilità di utilizzare un servizio di terze parti, il quale provvede a conservarli e metterli in deposito, rilasciandone in cambio altri da utilizzare per altre occasioni che dovessero rendersi disponibili sul mercato. In tal modo, i trader hanno la possibilità di fare staking e continuare a utilizzare il valore depositato per le proprie operazioni.
Tra le soluzioni di staking liquido che si sono fatte apprezzare maggiormente, sinora, una menzione di merito spetta a Ether.fi. Si tratta di una piattaforma che ha collezionato 5,3 milioni di dollari in un round di finanziamenti nel febbraio del 2023. Tra coloro che hanno deciso di sostenerlo nell’evento guidato da North Island Ventures, Chapter One e Node Capital, spicca la figura di Arthur Hayes, il fondatore dell’exchange di criptovalute BitMEX.
Ether.fi: cos’è e cosa si propone
Ether.fi è una piattaforma di staking liquido non custodito, che si propone di fornire servizi di qualità elevata, ma soprattutto realmente decentralizzati. Tanto da affermare risolutamente nella documentazione depositata per il lancio, di non essere assolutamente intenzionata a scendere a compromessi per quanto concerne la natura non custodiale e decentralizzata del protocollo.
Un intento che potrebbe rappresentare una vera e propria calamita per coloro che vedono nello staking liquido un’ottima soluzione per ottimizzare l’attività di investimento. In pratica, chi ha Ethereum da mettere in staking può rivolgersi a Ether.fi per farlo, avvalendosi in tal modo degli elevati livelli di protezione della blockchain di Vitalik Buterin.
Il protocollo in cambio rilascia un token Liquid Staking Derivative (LSD), destinato a rappresentare l’ETH messo in deposito e offrire agli utenti la possibilità di mantenere il controllo sulle proprie risorse, senza dover rinunciare ai premi che possono derivarne o alle opportunità d’investimento che dovessero essere proposte dal mercato.
Le caratteristiche di EtherFi
Per poter valutare al meglio un progetto di finanza decentralizzata, occorre soprattutto andarne a individuare le caratteristiche tecnologiche. Per quanto concerne Ether.fi , l’elemento da cui partire è rappresentato dal token LSD, rappresentato da una coppia di NFT (T.NFT e B-NFT) rilasciato in cambio di 32 ETH messi in staking. In pratica, i suoi detentori dopo aver messo in deposito i token non hanno alcun impedimento ad usarne il controvalore rilasciato per cogliere occasioni su altri protocolli DeFi.
La peculiarità di Ether.fi è da individuare soprattutto nella effettiva decentralizzazione del suo staking. Gli staker mantengono tutte le proprie prerogative, a partire dalla gestione delle chiavi private e dal controllo degli ETH lungo l’intero processo di staking. A generare le chiavi necessarie per l’operazione è un’applicazione per desktop, grazie alla quale è possibile conseguire un approccio non custodial.
Il meccanismo che lo ispira, permette a Ether.fi di dare vita a un mercato per i servizi di nodo, all’interno del quale staker e operatori sono in grado di stabilire proficue interazioni e dare luogo a operazioni di validazione. La promozione dei servizi di picchettamento concorre alla creazione di un ecosistema destinato a contribuire in maniera determinante non solo alla decentralizzazione, ma anche alla crescita complessiva del protocollo.
Le prospettive per il futuro
Abbiamo già evidenziato all’inizio come il protocollo abbia calamitato finanziamenti per oltre 5,3 milioni di dollari, da destinare allo sviluppo del progetto. Uno sviluppo che sta del resto entrando a regime con il lancio di ETHFI, il token di governance.
Proprio l’operare nel mercato dello staking liquido rappresenta il vero punto di forza di Ether.fi, insieme all’effettivo grado di decentralizzazione che riesce a conseguire. Va però sottolineato come la concorrenza in questo settore sia molto agguerrita, considerata la presenza di Lido, Benqi e Rocketpool. Per riuscire a superare l’attuale 2874° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato, occorreranno sforzi aggiuntivi rispetto a quelli già messi in campo.