Si chiamava Luca Aghemo e aveva cinquantatre anni, l’uomo originario di Villarbasse che lo scorso sabato è annegato ai Murazzi di Torino davanti agli occhi della moglie Caterina Zungrone. L’ipotesi è che abbia accusato un malore, scivolando dal muretto al quale era appoggiato mentre la donna era impegnata a scattare delle fotografie, venendo risucchiato dalle acque del fiume.
Chi era Luca Aghemo, annegato nel Po ai Murazzi di Torino
Luca Aghemo aveva 53 anni. Originario di Villarbasso, era un tecnico specializzato nel campo della componistica auto. Amava la montagna e i viaggi e insieme alla moglie Caterina Zungrone aveva da poco acquistato una seconda casa a Cumiana.
Sabato sera stavano passeggiando lungo i Murazzi di Torino quando, poco dopo le 20, la donna aveva deciso di fermarsi a scattare delle fotografie al paesaggio. Lui si era appoggiato con la sua borsa al muretto che costeggia il Po. “Mi sono girata e l’ho visto andare giù, nel fiume. Forse si è sentito male o è scivolato“, ha raccontato la moglie.
Poco dopo un passante, il 23enne bengalese Rasel Muyia, si era tuffato in acqua per cercare di salvarlo, ma non ci era riuscito. Anzi, aveva a sua volta rischiato di annegare. “Non ho pensato alla mia vita, volevo salvarlo, ma è scomparso in acqua”, ha dichiarato ai microfoni de La Stampa.
Anche i sommozzatori non avevano potuto far niente: quando erano riusciti a rintracciarlo, dopo quasi due ore di intense ricerche, era già in arresto cardiaco. La moglie, sotto shock, era stata allora ricoverata all’ospedale Martini. Da poco è stata dimessa ed è tornata a stare nell’appartamento in via Umberto I che condivideva con l’uomo a Rivalta.
“Sembrava introverso, ma quando si apriva, dava davvero il cuore”, ha detto a Torino Cronaca un’amica di Aghemo e di sua moglie ricordando l’uomo, che il prossimo 20 marzo avrebbe compiuto gli anni. Era il cugino di Eugenio Agemo, il primo cittadino di Villarbasse, paese dove era cresciuto e dove vive ancora la madre Piera.
L’ennesima tragedia ai Murazzi
Non è la prima volta che i Murazzi di Torino fanno da sfondo a una tragedia: in molti ricorderanno quanto accaduto allo studente palermitano 23enne Mauro Glorioso, che il 21 gennaio dello scorso anno fu colpito da una bici elettrica di 20 chili lanciata dalla balaustra da cinque ragazzi mentre aspettava di entrare al The Beach con gli amici.
A causa delle lesioni riportate dovrà passare il resto dei suoi giorni in sedia a rotelle; un fatto “gravissimo”, secondo i giudici, che hanno condannato i tre minorenni coinvolti (i maggiorenni devono ancora essere processati) con pene che vanno dai sei ai nove anni di carcere, riconoscendoli colpevoli di tentato omicidio. Quella sera, dopo il gesto, avevano preso l’ultimo bus e si erano fermati a comprare degli snack in un negozio di distributori automatici aperto ventiquattr’ore.
Erano stati arrestati qualche giorno dopo grazie ai filmati delle videocamere di sorveglianza, mentre la vittima lottava tra la vita e la morte su un letto d’ospedale, come ha fatto per molti giorni anche il 18enne di Vercelli Tommaso Coppola, che alla fine si è spento.
Era da poco uscito da una discoteca quando, per motivi ancora da chiarire, lo scorso dicembre era scivolato dal parapetto di corso Cairoli, facendo un volo di circa sei metri. Dei passanti lo avevano trovato privo di sensi sulla banchina dei Murazzi e avevano allertato i soccorsi, ma le ferite che aveva riportato erano troppo gravi.