La Lazio batte il Frosinone 3 a 2 in trasferta e prova a rispondere sul campo alla bufera che l’ha coinvolta in settimana. I biancocelesti scendono in campo timorosi, poi escono fuori e portano a casa il match, anche se con difficoltà. A guidare i biancocelesti almeno per questa sera, mister Martusciello. In questi giorni il presidente Lotito avrebbe trovato l’accordo con Tudor che già da domani potrebbe essere ufficializzato, ma intanto contro i ciociari in panchina c’era il vice di Sarri. E per commentare Frosinone-Lazio, proprio Martusciello è intervenuto in conferenza stampa. Di seguito le sue parole.

Frosinone-Lazio, Martusciello in conferenza stampa

La Lazio non poteva far altro che vincere dopo il terremoto che ha scosso l’ambiente in settimana e che ha portato alle dimissioni di mister Sarri e del suo staff, e alla fine porta a casa i tre punti sul campo del Frosinone, ma non senza sofferenza. I biancocelesti partono malissimo, vanno sotto grazie al gol di Lirola e faticano a venire fuori. Poi, alla prima occasione utile, al primo tiro in porta, Zaccagni la butta dentro e ristabilisce il pari. Il secondo tempo parte meglio e i capitolini trovano coraggio. Decisivo l’ingresso in campo di Castellanos che fa doppietta e porta la Lazio sul 3 a 1. Il match finisce però 3 a 2 (perchè Cheddira accorcia le distanze), con gli ultimi minuti di panico per i biancocelesti. Al termine del match Frosinone-Lazio, Martusciello ha risposto alle domande dei cronisti presenti in conferenza stampa.

“E’ stata una settimana travagliata, con tante complicazioni. Dopo tanto tempo passato in qeusto ambiente non sono stati giorni positivi. Le risposte avute questa sera sono figlie anche di questo però. Ho visto senso di appartenenza. Si sono fatte partite molto più belle, ma ci sono tante cose che devono accompagnare una squadra di calcio. La squadra deve far vedere il cuore ai tifosi, e oggi lo ha fatto, ma non deve essere questa la causa che deve sprigionare questi atteggiamenti. La vittoria ha un significato troppo importante, anche per come è maturata, per il gruppo, oltre che per i risultati e i tifosi”.

Le dimissioni di Sarri

“Ho sentito parlare di traditori, ma bisogna fare attenzione a quello che si dice perchè questo è un ambiente particolare. Questa è una Lazio composta da ragazzi per bene. Andare nella direzione di tutto ciò che è girato è davvero brutto. Sono nel calcio da tanti anni e non mi era mai successo di respisare un’aria così brutta. Apostrofare i giocatori in quel modo non fa bene. Sono 3 anni che sto vicino a questa squadra e che guardo questi ragazzi negli occhi. Si può perdere o vincere, ma questo è il calcio. Alcuni termini si possono usare per rabbia, delusione o amarezza. Questa settimana qui ho fatto di tutto, tranne andare a dietro a tutte queste dichiarazioni. Non dormo da martedì. Mi sono trovato da solo a gestire una situazione borderline, insieme solo a Fabiani”.

La partita di questa sera è stata preparata in maniera diversa rispetto a quanto faceva con Sarri?

“Non abbiamo cambiato nulla tatticamente. Non c’era tempo e poi questa squadra è figlia di Sarri. Io sono un suo collaboratore. Ora devono solo far tesoro di quello che hanno tirato fuori negli ultimi 10 minuti. La differenza tra vincere e perdere è tutta lì. Ho visto attaccanti fare i difensori centrali, ecco devono ripartire da lì e possono arrivare lontano. Nella prima mezz’ora però la Lazio poteva prendere 3 gol perchè c’era paura. Con l’aiuto del nuovo allenatore andranno in quella direzione”.

Molti giocatori hanno chiesto a lei e a Sarri di rimanere e Fabiani si è commosso. Lotito non ha mai pensato di trattenere Sarri con un prolungamento?

“Maurizio, essendo una persona molto capace e intelligente, ha realizzato che non riusciva più a incidere. Non verso la società ma verso il gruppo. Non c’è stato nessun condizionamento di Lotito, ma il gruppo si è mosso in maniera evidente. Sarri ha preso una decisione per amore della Lazio e lo ha fatto incondizionatamente. Ho visto Fabiani piangere, ha cercato in tutti i modi di cambiare le cose. La causa? E’ stato un insieme”.

Il futuro

“La società aveva intenzione di trattenermi, ma io ho una faccia e un’etica. La mia disponibilità era fino a quando non sarebbe arrivato un allenatore nuovo. Non so se lo hanno preso ieri o lo prenderanno domani, ma io sono nato con Sarri e sono con lui da 10 anni. Andrò via e non ho mai avuto dubbi. Tudor? Io non c’entro nulla, non devo sentire nessuno. Non ho mai chiesto alla società di rimanere con un altro allenatore. Di lui si parla bene, io non ho consigli da dargli. C’è gente che fa questo per mestiere e per ruolo. Sono rimasto in un momento di difficoltà, niente di più. Mi mancherà tutto, l’Olimpico, l’ambiente, i giocatori e anche la stampa”.