Gli attivisti climatici di Scozia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania e Paesi Bassi, hanno coordinato le proteste contro la nuova estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord.

Gli attivisti climatici di sei paesi del Mare del Nord protestano contro l’estrazione di petrolio e gas

Gli attivisti climatici dei sei paesi bloccano l’accesso alle infrastrutture petrolifere. Protestano contro il continuo sfruttamento dei giacimenti di combustibili fossili nel Mare del Nord.

I manifestanti hanno posto i blocchi presso i terminali di petrolio e gas, raffinerie e porti. Le proteste fanno parte della campagna “North Sea Fossil Free” come riporta in una dichiarazione Extinction Rebellion.

Ad Aberdeen in Scozia, gli attivisti hanno esposto striscioni davanti agli uffici delle compagnie petrolifere e del gas con la scritta “North Sea Fossil Free”, “Sea Knows No Borders” e “Stop Rosebank”. Nei Paesi Bassi, hanno bloccato le principali strade di accesso alla raffineria Shell di Pernis, vicino a Rotterdam. In Svezia, i manifestanti hanno bloccato la strada verso il porto petrolifero di Göteborg.

I motivi delle proteste

Le proteste hanno avuto luogo nella stessa settimana in cui un rapporto dell’Oil Change International ha dimostrato che nessuno dei grandi paesi, che produce combustibili fossili nel Mare del Nord, prevede di fermare le trivellazioni in tempo per raggiungere l’obiettivo di massimo 1,5 gradi di riscaldamento globale.

Secondo l’Organizzazione, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca non sono riusciti ad allineare le loro politiche su petrolio e gas con l’accordo sul clima di Parigi. Inoltre, il rapporto ha evidenziato che le strategie adottate in Norvegia e nel Regno Unito erano le più distanti dall’accordo.

La dichiarazione di Extinction Rebellion, infatti, sottolinea questo fatto:

I governi di questi sei paesi stanno consentendo nuove infrastrutture per l’estrazione dei combustibili fossili, danneggiando non solo l’ecosistema del Mare del Nord, ma costringendo anche il mondo intero a livelli pericolosi di riscaldamento. Nessuno dei principali paesi produttori di combustibili fossili del Mare del Nord ha intenzione di ridurre le trivellazioni in linea con l’obiettivo di 1,5°C.