Investire in BTp ed in BoT: scopriamo come ottenere interessanti rendimenti fino al 5%. Facciamo chiarezza.
Gli analisti mettono in evidenza che sarebbe opportuno optare per un portafoglio di investimenti così composto: 20% di BoT, 30% di bond con rimborso compreso tra i 7 ed i 10 anni, 40% di titoli con scadenza quinquennale e biennale e 10% di titoli obbligazionari con scadenza pari a 15 anni. Al momento i rendimenti dei titoli statali superano i 2,5 punti percentuali e possono arrivare fino a 5 punti percentuali. Dal momento che l’inflazione ha rallentato la sua corsa, è possibile individuare i titoli obbligazionari da detenere nel proprio portafoglio investimenti.
Investire in BTp ed in BoT: come ottenere rendimenti fino al 5%?
L’inflazione ha rallentato la sua corsa, ma non è del tutto scesa. Attualmente i rendimenti dei titoli statali superano i 2,5 punti percentuali e arrivano fino a 5 punti percentuali. Quali sono i migliori titoli obbligazionari su cui puntare? Oltre ai BoT, è possibile detenere nel proprio portafoglio investimenti anche i BTp di durata superiore ai 15 anni. È possibile investire sui titoli a breve ed a medio/lungo termine dato che i rendimenti non presentano particolari differenze.
Una valida strategia che dovrebbe essere seguita è quella di puntare su un portafoglio che punti su un livello di rischiosità media. Avendo una scadenza piuttosto ravvicinata nel tempo, investire sui BoT rappresenta una strategia valida che permette di incassare il valore nominale. Le banche centrali potrebbero intervenire tagliando i tassi di interesse a partire dalla stagione estiva 2024.
Secondo gli esperti, il numero di tagli dovrebbe essere pari a due o massimo tre interventi fino alla fine del corrente anno 2024. Dal momento che ci sarà un allentamento monetario i titoli obbligazionari, che presentano una scadenza più lontana dal punto di vista temporale, potrebbero avere un valore di mercato in incremento.
La composizione di un portafoglio a rischio medio dovrebbe comprendere il 20% dei BoT, il 40% dei titoli obbligazionari con scadenza pari a 2 e a 5 anni, il 30% dei titoli obbligazionari con scadenza pari a 7/10 anni ed il 10% dei titoli obbligazionari con scadenza pari a 15 anni.
Investire in BTp e in BoT: ecco quali sono le differenze
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito ad una crescita della popolarità dei BoT e dei BTp. Ci sono delle differenze che intercorrono tra queste due tipologie di obbligazioni, che è necessario conoscere. I BoT hanno una durata massima pari ad un anno, mentre i BTp hanno una durata che varia dai tre ai 30 anni.
Altra differenza riguarda la periodicità degli interessi: i BoT sono titoli zero coupon e non pagano interessi periodici, mentre i BTp hanno una cedola fissa che viene pagata con cadenza pari ad un anno o pari a 6 mensilità. Per quanto concerne la liquidità, i BoT presentano una maggiore liquidità rispetto ai BTp dal momento che hanno una scadenza breve e possono essere emessi con regolare frequenza. Ciò implica che i BoT possono essere oggetto di negoziazione sul mercato.
Per quanto concerne il livello di rischiosità, i BoT sono meno rischiosi rispetto ai BTp, che vantano una scadenza più lunga e sono soggetti a maggiori oscillazioni dei tassi di interesse. I rendimenti dei BTp sono più elevati rispetto a quelli offerti dai BoT. BTp e BoT sono tipologie di titoli obbligazionari che possono essere acquistati in asta o sul mercato secondario.
In entrambi i casi, ci si può rivolgere ad imprese registrate presso Bankitalia e alle banche. Nel caso di BTp è possibile scegliere tra titoli a cedola fissa e titoli a cedola variabile. Nel primo caso, un BTp potrebbe avere una cedola annua pari a 4 punti percentuali: in tale caso l’investitore riceverà il 4% del valore nominale del titolo obbligazionario.
Nel corso degli ultimi anni sono stati introdotti BTp con cedole variabili, il cui interesse è legato al trend inflazionistico.