Sino a 50 anni di reclusione e 11 miliardi di dollari di multa: questa è la pena che i pubblici ministeri nel caso di frode federale contro Sam Bankman-Fried hanno indicato nella giornata di venerdì per il fondatore ed ex amministratore delegato di FTX. Se serviva l’ennesima riprova che i reati finanziari negli Stati Uniti sono perseguiti con durezza draconiana, questa ne è l’ennesima riprova.
La pena in questione è stata indicata all’interno di una nota di sentenza che è stata depositata nella giornata di venerdì dal distretto meridionale di New York del Department of Justice (DoJ) degli Stati Uniti. Una pena la quale corrisponde alle sette accuse per le quali Bankman-Fried è stato riconosciuto colpevole, a partire da quelle di frode e cospirazione, per la vicenda culminata nel crac di quello che era ormai diventato uno degli exchange di criptovalute più importanti a livello globale.
Le richieste dei giudici destano scalpore, ma sino ad un certo punto
È stato l’avvocato Damian Williams a indicare i motivi della richiesta: “Sebbene sia improbabile (ma non impossibile) che l’imputato lavorerà di nuovo nel settore finanziario, e probabilmente perderà tutti i suoi guadagni illeciti, la giustizia richiede che riceva una pena detentiva proporzionata alle dimensioni straordinarie dei suoi crimini. Per questi motivi, i legittimi fini della punizione richiedono una pena da 40 a 50 anni di reclusione.”
Riepilogando i termini della questione, I pubblici ministeri hanno voluto ricordare come Bankman-Fried e coloro che lo hanno appoggiato nella sua impresa criminale, si è appropriato indebitamente di miliardi di dollari. Ovvero dei fondi dei clienti che si erano rivolti a FTX per condurre le proprie operazioni di trading crypto.
Un’azione condotta in maniera scientifica facendo leva su una società sorella di FTX, Alameda Research. Anche su questo punto il documento elaborato sulla questione è molto netto, come ha ricordato lo stesso Williams: “Tutta questa condotta era intenzionale. In ogni ambito della sua attività, e rispetto ad ogni crimine commesso, l’imputato ha dimostrato una sfacciata mancanza di rispetto per lo stato di diritto. Ha capito le regole, ma ha deciso che non si applicavano a lui. Sapeva cosa la società considerava illegale e non etico, ma ignorava ciò che si basava su una perniciosa megalomania guidata dai valori e dal senso di superiorità dell’imputato”.
I motivi della richiesta
A spiegare i motivi che spingono ad una lunga condanna, è il fatto che pur non trattandosi di reati violenti, non di meno quelli finanziari hanno grandi ricadute sociali. Paradossalmente, a Sam Bankman-Fries potrebbe anche essere andata bene. Le linee guida federali per i crimini di cui si è macchiat0, infatti, potevano tramutarsi in oltre 100 anni di reclusione.
Ancora Williams ha infatti affermato: “I crimini di Bankman-Fried sono stati gravi e di lunga durata, causando perdite per miliardi di dollari e danni significativi a decine di migliaia di vittime, sia a livello finanziario che emotivo. L’enormità della perdita in questo caso, e il fatto che la stessa sia avvenuta sotto forma di furto del denaro delle vittime, colloca Bankman-Fried in una categoria di imputati in cui sono appropriate condanne a quaranta anni o più.”
Gli avvocati specializzati in diritto fallimentare hanno proprio di recente dichiarato di aver elaborato un piano teso a rimborsare i clienti danneggiati. Il piano si fonda sulle risorse recuperate dopo lunghe ricerche. Inoltre, proverranno dall’alienazione delle rimanenti partecipazioni in criptovaluta dell’exchange.
Resta però da capire se basteranno per ripagare tutte le migliaia di utenti che hanno visto sparire i propri soldi nel crollo più clamoroso degli ultimi anni. Un crac che ha ulteriormente aggravato il crypto winter in atto e gettato discredito sull’intero settore dell’innovazione finanziaria.