Domenico Lacerenza lascia e (non) raddoppia: non sarà più lui il candidato che il “campo largo“, cioè PD e M5S, metteranno in gioco per le elezioni regionali in Basilicata. Il medico lascia a causa delle critiche ricevute non solo da Carlo Calenda, ma anche da diversi esponenti importanti del PD nella regione lucana.

Tutto da rifare quindi per dem e pentastellati, ma con una possibile aggravante per i primi: Giuseppe Conte starebbe pensando di presentare un proprio candidato, contro quello del PD e quello del centrodestra (il governatore uscente Vito Bardi).

Basilicata, Domenico Lacerenza rinuncia alla candidatura: “Ringrazio Pd e M5s, ma non posso ignorare le reazioni”

Trovare un candidato comune per PD e M5S in Basilicata è come leggere del mito di Penelope: tessere la tela per poi sfasciarla nottetempo. E’ quanto accaduto oggi 16 marzo, con il medico Domenico Lacerenza che ha in un messaggio rinunciato ad essere il candidato rappresentativo del “campo largo”.

Nominativo “maledetto”, il suo: scelto su indicazione di Angelo Chiorazzo, re delle cooperative bianche e primo nome scelto da dem e pentastellati, alcune sue dichiarazioni avevano scontentato tanti in Basilicata e lasciato l’idea in mente che fosse un candidato deciso a tavolino nelle direzioni di PD e M5S a Roma.

Non solo da Azione di Carlo Calenda, ma Lacerenza era stato criticato anche da un importante politico lucano come Pittella. L’oculista si era preso 24 ore di tempo per decidere se correre per le prossime regionali e oggi è arrivato il suo rifiuto:

Dopo un’attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a presidente della Regione Basilicata. È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell’interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito.

Lacerenza poi passa a ringraziare PD e M5S per avergli chiesto di mettersi a disposizione dei cittadini lucani:

In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell’unità dei moderati e progressisti e l’offerta di una coalizione capace di battere il centro destra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro. Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani. Ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo.

Basilicata, il M5S corre da solo? Calenda di Azione pensa di appoggiare Bardi

Ora vanno registrate le reazioni degli altri partiti nella contesa delle regionali. Lasciando da parte il centrodestra, unito dietro Vito Bardi, Azione di Carlo Calenda sembrerebbe interessato ad appoggiare la sua candidatura (il suo leader domani spiegherà la sua scelta in tal senso), criticando il M5S che avrebbe imposto al PD un veto sulla possibile entrata nel “campo largo” del partito di Calenda.

Giuseppe Conte, rispondendo alle accuse di Calenda, aveva replicato:

C’è una posizione condivisa, abbiamo una coalizione, c’è un dialogo, e abbiamo dato vita a un progetto con un continuo confronto con il territorio per individuare il candidato più adatto per realizzare il progetto è venuto fuori un civico abbiamo pensato di fare segnale per un territorio che ha una sanità disastrata perché ha realizzato nel settore una realtà di eccellenza cosa sta succedendo? Ci sono elementi tradizionalmente presenti che stanno cercando di creare confusione, ma il M5s ha linearità di azione e coerenza. Se qualcuno in queste ore si vuole assumere la responsabilità di dilapidare un patrimonio comune che abbiamo costruito, lo farà davanti agli elettori.

Considerato però che il PD presenterà un suo candidato per le regionali in Piemonte e che in Basilicata non c’è ancora un punto di caduta che soddisfi tutti (se mai fosse possibile trovarlo), il M5S potrebbe sceglierne uno proprio e posizionarsi al di fuori del centrodestra e centrosinistra.