Partirà da via Corelli a Milano la manifestazione rombante dei motociclisti fino a piazza del Duomo, oggi 16 marzo dalle 16. Un solo obiettivo: far sentire la propria voce nella speranza che le amministrazioni facciano un passo indietro sul divieto di circolazione per gli Euro 0, già attivo in alcune città italiane.
Milano, contro il divieto per gli Euro 0 motociclisti in manifestazione: “Raccolte oltre 15 mila firme”
La velocità, il vento fra i capelli, una passione senza confini, ma soprattutto la comodità di sfrecciare per le strade cittadine e raggiunge il proprio posto di lavoro in un batter d’occhio. Questo è ciò che anima il cuore dei motociclisti scesi in piazza a manifestare, questo pomeriggio 16 marzo, a Milano.
Questa è la terza manifestazione organizzata dagli amanti delle due ruote per protestare contro il divieto di circolazione degli Euro 0, già effettivo in diverse grandi città italiane, ma che vedrà ulteriori inasprimenti nel corso dei prossimi anni.
Infatti, a partire da ottobre 2024 il Comune di Milano ha deciso di vietare la circolazione in Area B di tutti i motocicli a benzina 4 tempi Euro 0 e Euro 1. Dal 2025, poi, non potranno circolare nemmeno gli Euro 2 e nel 2028 quelli Euro 3.
Da qui la battaglia per difendere il diritto a mettere il proprio mezzo su strada, che, oltre ad avere i normali costi di assicurazione e bollo – e quindi la legittimità di spostarsi utilizzando le moto -, è una passione irrinunciabile.
In tutta Italia, i centauri si sono radunati per sostenere la causa, raccogliendo già oltre 15 mila firme per chiedere alle amministrazioni di revocare il divieto. Alcuni membri del mondo politico si sono avvicinati alla causa, fra i quali la consigliera comunale e regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Valcepina, che ha commentato:
Sostengo la manifestazione e supporto i motociclisti contro le decisioni del sindaco Beppe Sala di restringere ancor di più le maglie per l’accesso di motoveicoli all’Area B di Milano, penalizzando così lavoratori e studenti. Questa scelta miope, inoltre, con scarsissima incidenza sulla stessa qualità dell’aria, andrà invece a peggiorare ancor di più i flussi veicolari, in quanto in molti, stante la oggettiva esigenza di spostamento casa-lavoro, dovranno utilizzare la macchina
Accanto a Valcepina, il consigliere in Municipio 3 di Fratelli d’Italia, Mattia Ferrarese:
Domandiamo all’assessorato competente un tavolo di confronto per non permettere che il grido di aiuto di un intero comparto cada nel vuoto: non possiamo e non dobbiamo lasciare che il motociclismo milanese sia destinato all’estinzione, senza prima valutare ogni altra opzione sostenibile nel rispetto dell’armonizzazione delle esigenze di ogni attore presente. Siamo al fianco dei motociclisti e di tutte le realtà che ruotano attorno all’universo delle due ruote
Gli organizzatori della manifestazione a Milano: “Speriamo che il Comune ci ripensi”
L’appuntamento milanese di questo pomeriggio avrà inizio con un raduno nel parcheggio del Centro Saini di via Corelli. Da lì, i centauri si sposteranno fino in piazza del Duomo. TAG24 ha intervistato uno degli organizzatori del corteo, Lorenzo, che ha spiegato:
Noi abbiamo iniziato questa manifestazione a settembre, creando anche una serie di pagine social chiamate “Divieto“, e avviato una raccolta firme. Siamo arrivati oltre 15 mila firme e a Milano, con quella di oggi, siamo già alla terza manifestazione contro il divieto della circolazione delle moto Euro 0 ed Euro 1, da ottobre 2024. Nel 2025 fermeranno le Euro 2 e nel 2028 le Euro 3.
E aggiunge:
Noi stiamo protestando perché la scusa di questi fermi riguarda l’inquinamento. Noi abbiamo dimostrato chiaramente, portando documenti in Comune e un dossier con tutti i dati raccolti, che non sono le moto a inquinare. Siamo riusciti a dimostrare che a Milano, in inverno, in cui c’è un livello più alto di inquinamento, di moto in giro ce ne sono ben poche. Invece, in estate, che ce ne sono tante, non c’è inquinamento. Facile capire che non sono le moto il problema. Tutta Italia è coinvolta, stamattina ha cominciato Catania.
D: Partiranno anche a Roma, quindi…
R: Sì, ci saranno manifestazioni in tutte le regioni italiane. A Roma il divieto è già effettivo. Così come a Torino, Genova, Catania e moltre altre. Inoltre, le amministrazioni hanno già cominciato a parlare di estendere le normative anche alle città sopra i 30 mila abitanti. Questa è una discriminazione nei confronti di chi va a lavorare. Io avito fuori Milano, ma lavoro in centro: in moto ci metto mezz’ora per arrivare in ufficio, in macchina ci impiego un’ora e mezza. Io inquinerò sempre meno di una macchina che sta in coda ore e ore. Noi vogliamo avere la libertà di andare in moto.
D: Anche perché per mantenerla ci sono oneri non da poco…
R: Esatto. Una moto non farà mai tanti chilometri quanto una macchina nell’anno, quindi non vedo perché dobbiam fermare le moto per andare in giro con le auto. Dentro Milano è pieno di suv incolonnati con all’interno una persona, e poi ci sono io che passo in mezzo a loro. E sono io quello che inquina? Speriamo di riuscire a cavare qualcosa con queste manifestazioni.
D: Le restrizioni, quindi, sono in funzione delle politiche verdi contro l’inquinamento?
R: Diciamo che questa è la scusa. Perché l’inquinamento – con dati presi dalla Regione e dai Comuni – non è causato dalle moto. Il verde a Milano? Milano è una città industriale, okay il palazzo verticale con le piante, ma ci lavorano 3 milioni di persone. Vorrei vedere come farebbero con quei 400 mila motociclisti d’estate, che si ritroverebbero a usare la macchina.
L’inquinamento c’è, ma Milano ha altri problemi e non sono le moto
D: Che mi dice dei mezzi di trasporto pubblico?
R: A Milano non ci sono parcheggi e i mezzi pubblici non bastano. Hanno cambiato 140 pulman su un totale di 1.400 con autobus elettrici.
D: Questo significa che l’Amministrazione qualche cambiamento lo ha fatto?
R: Sì, hanno preso una batteria di 100 pulman elettrici, ma a Milano sono un niente. Per fortuna i mezzi di trasposto pubblico, metropolitane, autobus ecc, funzionano, però sono troppo pochi. Se provi ad andare a lavorare con i mezzi, la mattina già a partire dalle 6:30, perdi 5 o 6 metropolitane prima di riuscire a salirci, perché sono troppo piene. Quindi, se togliamo la possibilità di andare in moto, che sono una piccola parte alla fine di quello che è il traffico di Milano, cosa facciamo?
D: Se si aumentasse l’efficenza del trasporto pubblico l’inquinamento si potrebbe ridurre, a prescindere dai motociclisti?
R: Milano è chiusa su tre lati da monti e l’inquinamento c’è in inverno. Quindi, quando c’è la bassa pressione, le nuvole tengono giù lo smog. Per cui non credo sia una questione di mezzi pubblici, moto o altro, ma proprio una questione geografica. Non circola l’aria. Possono mettere tutti i mezzi elettrici che vogliono, però poi avranno problemi per la produzione delle batterie da cambiare e del loro smaltimento. Anche a voler fare i green, stanno distruggendo tutto per fare queste batterie.
D: Quanti motociclisti vi aspettate alla manifestazione milanese di oggi?
R: Beh… oggi è sabato, c’è il sole, ci sono 20 gradi, quindi credo che almeno un migliaio di partecipanti ci sarà. La prima volta era giovedì, era settembre e hanno partecipato in 600, mentre a dicembre con il gelo si sono presentati in 300. C’è tanta solidarietà.
D: Quindi la speranza è che il governo ci ripensi?
R: Non è tanto una questione del governo, ma di città. Le regioni hanno dato delle direttive, ma i Comuni fanno quello che vogliono e questo non va bene. Anche la Comunità Europea ha dato delle linee guida per ridurre l’inquinamento e in nessuna parte d’Europa sono andati a fermare le moto. Solo in Italia. Gli altri Paesi hanno fatto provvedimenti sulle macchine e sui camion, che sono quelli che girano maggiormente e fanno più traffico. Nel nostro Paese cosa si fa? Si va a toccare il mezzo più debole. Facessero le loro verifiche su quello che è l’inquinamento reale.