Durante la settimana, il Congresso degli Stati Uniti ha votato un disegno di legge che condurebbe ad un eventuale divieto di Tiktok negli Usa. La Cina invita gli utenti statunitensi a difendere la loro libertà di parola e non si lascia attendere la risposta degli Usa.
Usa, l’ambasciatore americano su divieto TikTok: la posizione della Cina è “estremamente ironica”
Lo scorso 13 marzo, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza la proposta di legge che potrebbe portare alla fine dell’utilizzo di Tiktok nel Paese. Si attende la seconda votazione alla proposta al Senato. L’esito è del tutto scontato e allo stesso tempo criticato dai creatori e dagli utenti dell’app. Nel frattempo continua il botta e risposta tra gli Usa e la Cina.
Se la bozza diventasse legge, Pechino avrebbe due scelte: vendere il social media entro 180 giorni o affrontare un divieto negli app store statunitensi. In seguito al primo sì, la Cina aveva promesso di prendere tutte le misure necessarie per difendere le proprie aziende. Aveva, inoltre, accusato Washington di “sopprimere ingiustamente le società straniere”.
La risposta dell’ambasciatore Nicholas Burns a Pechino
L’ambasciatore americano Nicholas Burns, ha risposto a Pechino affermando che la Cina impedisce diverse piattaforme occidantali di operare nel Paese:
Trovo estremamente ironico che i funzionari governativi qui in Cina… abbiano criticato gli Stati Uniti per il dibattito che stiamo attualmente avendo su Tiktok. Non permetteranno nemmeno che TikTok sia disponibile per 1,4 miliardi di cinesi.
Varie piattaforme web, popolari in tutto il mondo, tra cui Facebook, Instagram e Google, non operano in Cina. ByteDance, la società madre cinese di TikTok, gestisce anche una versione separata dell’app in Cina dal nome Douyin.