Quanti soldi servono per vivere in Giappone? In troppi casi lo stipendio percepito in Italia non è sufficiente a far fronte alle spese mensili. Il problema è poi amplificato quando in una famiglia le esigenze impongono costi superiori per la nascita di figli. Nonostante alcune manovre finanziarie gli aiuti a sostegno non risultano però abbastanza.

Soprattutto i giovani con formazione professionale specializzata cercano allora fortuna altrove. Tra le mete meglio retribuite c’è sicuramente il Giappone. Qui lo stile di vita è migliore della media italiana ma non mancano anche aspetti negativi.

Quanti soldi servono per vivere in Giappone: pro e contro

Tra gli enormi vantaggi del Giappone troviamo indubbiamente l’alta qualità della vita. Nel Paese del sol levante infatti i servizi, la burocrazia e la sicurezza pubblica hanno standard nettamente più alti rispetto alla media europea.

In particolare la mobilità e il trasporto pubblico sono davvero impeccabili, con partenze e arrivi sempre puntuali.

Il Giappone poi offre una realtà in campo tecnologico superiore quasi alla totalità mondiale.
Infine in questo Paese è ricca la varietà ambientale. Si possono trovare località di mare e zone montuose, senza dimenticare lo scenario suggestivo dei tanti vulcani.

D’altro canto il Giappone presenta però anche tante difficoltà per chi voglia trasferirsi definitivamente dall’Italia. 
Il primo elemento è la cultura completamente diversa dalla nostra. All’interno di questo fattore troviamo non sono abitudini quotidiane ma anche la lingua e la cucina.

Imparare ad esprimersi in giapponese è molto complesso. Oltre alla pronuncia bisognerà poi calarsi appieno nel loro modo di scrittura che prevede logogrammi invece delle lettere dell’alfabeto italiano.

Altrettanto complicato potrebbe essere l’adattamento alla cucina locale specie per chi è molto legato alla dieta mediterranea e non ha mai provato nemmeno una volta l’iconico sushi.

Il costo della vita

La valuta corrente in Giappone è lo yen. Una moneta tradizionalmente forte e che singolarmente oggi è cambiata con 0,6 centesimi di euro.

Con le giuste accortezze la spesa quotidiana può essere contenuta. È bene però sottolineare che questa rassegna prende in esame i valori medi e tralascia volutamente le grandi metropoli come Tokyo e le località turistiche dove la vita è davvero costosa.

Generalmente consumare un pasto completo ad un ristorante economico può costare circa 20 euro a persona. Ordinare un cappuccino al bar però potrebbe costarvi anche 3 euro.

I generi alimentari quotidiani hanno prezzi grossomodo in linea col mercato italiano, ma va sottolineato che in questo Paese ci sono grandi differenze soprattutto a livello di prodotti ortofrutticoli. Qui vengono commerciare varietà asiatiche di uva, pesca o fragola molto diverse dalle nostre. Tra le verdure più gettonate troviamo poi edamame, radici di fiori di loto e funghi shitake.

Pur essendo il riso un prodotto di grande consumo, un chilogrammo è mediamente in vendita a 3,50 euro.

Un litro di benzina supera di poco 1 euro mentre un pacchetto di sigarette costa 3,70 euro. L’ingresso al cinema ha un prezzo di 12 euro.

Il ticket di sola andata per i trasporti pubblici cittadini in Giappone è di 1,35 euro ma l’abbonamento mensile arriva anche a 50 euro.

Quanto costa affittare un appartamento

L’affitto di un bilocale in pieno centro costa più di 500 euro al mese. In periferia e nelle aree meno popolose i prezzi sono più accessibili con una media pari a 350 euro.

Al contratto di locazione vanno poi sommati circa 200 euro al mese necessari per le utenze di tipo basilare.
Anche il mercato della vendita immobiliare è simile all’Italia. Gli appartamenti vengono venduti tra i 5000 euro al metro quadro in pieno centro e i 3000 euro mq in zone più periferiche.

Gli stipendi

Lo stipendio medio è di 2.000 euro. Tuttavia con le giuste capacità e una professione altamente specializzata si possono percepire retribuzioni migliori rispetto alla stessa posizione se ricoperta in Italia.

Con la cifra media comunque si riesce ad avere uno stile di vita più che dignitoso, senza troppi problemi ma anche dovendo rinunciare a tante spese extra.

La tassazione sul reddito passa poi dal 5% al 45% in base a determinati scaglioni.