Con un’anzianità contributiva di 30 anni, si hanno accesso a due opzioni previdenziali: la pensione di vecchiaia e l’Ape Sociale.

Le altre alternative sono al di fuori delle possibilità: per accedere alla pensione anticipata ordinaria (legge Fornero) sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne); per Quota 103 e Quota 41 per i lavoratori precoci sono richiesti 41 anni di contributi (uno in meno se si inizia a lavorare prima dei 19 anni per i precoci); mentre per Opzione Donna e per la pensione per lavori usuranti sono richiesti almeno 35 anni di contributi.

Importo pensione con 30 anni di contributi

Pensione minima di vecchiaia

Se la pensione è inferiore a 598,61 euro al mese (la soglia minima rivalutata per il 2024) e il reddito personale (o del coniuge) è al di sotto di certi limiti (discussi in precedenza), si ha diritto all’integrazione al minimo, che può essere piena o ridotta a seconda del reddito dichiarato.

Vediamo ora con alcuni esempi quanto sia difficile raggiungere una pensione che possa garantire un tenore di vita dignitoso dopo 30 anni di lavoro.

Immaginiamo un lavoratore di 67 anni, con 30 anni di contributi versati sia prima che dopo il 1996 (ad esempio, 5 anni fino al 1995 e 25 anni dal 1996). Quando percepisce una pensione con una retribuzione lorda annua di 20.000 euro (circa 1.000 euro netti al mese)?

La sua pensione sarà di circa 670 euro al mese. Per calcolarla, abbiamo identificato due componenti pensionistiche: la prima, basata sul sistema retributivo (contributi fino al 1995), calcolando il 2% per gli anni di contributi (5) moltiplicato per le ultime retribuzioni percepite, per un totale di circa 2.000 euro.

La seconda, basata sul sistema contributivo, calcolando il montante contributivo (il 33% di ogni anno di retribuzione moltiplicato per gli anni di contributi versati dal 1996), applicando poi il coefficiente di trasformazione del 5,723%. Così, l’importo della seconda quota sarà di circa 9.450 euro.

Sommando le due quote (2.000 euro e 9.450 euro), otteniamo l’importo lordo annuo della pensione: 11.450 euro, circa 880 euro lordi al mese, o circa 680 euro netti al mese.

Naturalmente, con una retribuzione lorda più elevata (ad esempio, 25.000 euro annui), la pensione sarà più alta, circa 850 euro netti al mese. Con una retribuzione di 30.000 euro e 30 anni di contributi, la pensione mensile potrebbe arrivare a 1.000 euro netti.

Per rimanere sopra la soglia minima prevista dalla legge, è necessario percepire una retribuzione lorda annua di almeno 18.000 euro (circa 960 euro netti al mese), per ottenere una pensione di 600-610 euro netti al mese.

Ape Sociale

Un’altra opzione per andare in pensione con 30 anni di contributi è l’Ape Sociale, ma questa specifica misura previdenziale è disponibile solo per le categorie vulnerabili, come disoccupati, caregiver e invalidi civili con un’invalidità del 74% o superiore.

Nel 2024 è cambiato il requisito anagrafico minimo per accedere all’Ape Sociale, passando da 63 anni a 63 anni e 5 mesi di età (coloro che soddisfano i requisiti entro il 31 dicembre 2023 possono ancora accedervi secondo le vecchie regole).

È importante notare che l’importo dell’Ape Sociale corrisponde al valore dell’assegno pensionistico accumulato al momento della presentazione della domanda e non può superare i 1.500 euro lordi al mese almeno fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Scopri quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi