La Tari, nota come tassa sui rifiuti, rappresenta un tributo locale finalizzato a coprire i costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Si tratta di una tassa obbligatoria per chiunque abbia la disponibilità di un immobile, indipendentemente dal fatto che sia abitato o locato. Nel caso di immobili non occupati né affittati, la tassa è dovuta dal proprietario.

La peculiarità della Tari è che deve essere pagata anche per gli immobili non abitati, poiché non è legata alla produzione effettiva di rifiuti, ma alla potenziale capacità di generarli.

Tuttavia, è importante sottolineare che il bonus Tari, che consente di ottenere sconti o esenzioni sulla tassa, è stato confermato anche per il 2024. Questa agevolazione, introdotta dal decreto Fiscale 2020, è tuttavia applicata in modo discrezionale dai singoli Comuni. Si tratta di uno sconto, simile al bonus sociale, che viene automaticamente applicato alle famiglie che soddisfano determinati requisiti di reddito.

È fondamentale consultare le normative specifiche del proprio Comune di residenza per conoscere le regole precise riguardanti le esenzioni e i benefici relativi alla Tari. Vediamo più nel dettaglio come funziona questo sistema.

Come si fa ad avere lo sconto sulla Tari?

L’accesso al bonus sociale per la Tari è regolamentato dall’Arera e segue gli stessi criteri già previsti per i bonus luce, gas e acqua. Questi requisiti includono:

  • Nuclei familiari con un Isee non superiore a 9.530 euro. È importante notare che, mentre l’accesso al bonus sociale per il 2023 è stato confermato per tutte le famiglie con un reddito fino a 15.000 euro, questa soglia è limitata solo per le forniture di energia e gas.
  • Nuclei familiari numerosi con un Isee inferiore a 20.000 euro.

Tuttavia, la situazione non è uniforme in tutti i Comuni. Non esiste una regolamentazione nazionale che obblighi i Comuni a concedere il bonus Tari ai propri residenti. L’agevolazione fiscale sulla tassa dei rifiuti è a discrezione del singolo Comune poiché, sebbene vi sia una normativa nazionale che introduce il beneficio, non è mai stato emanato un provvedimento che ne stabilisca le regole e il funzionamento.

Regolamento e importo stabilito dal Comune di residenza

Di fatto, il bonus Tari esiste solo sulla carta in quanto manca il decreto attuativo. Questo significa che sono i singoli enti locali a gestire e riconoscere l’agevolazione. Anche per il 2024, sarà compito dei singoli Comuni decidere se applicare o meno lo sconto.

Ad esempio, nel Comune di Milano, sono previste esenzioni per la Tari che non sono strettamente legate al bonus sociale. Il Comune riconosce agevolazioni e sconti a individui senza reddito o titolari di pensioni minime. Allo stesso modo, il Comune di Roma offre esenzioni solo ai nuclei familiari con un Isee fino a 6.500 euro.

In altri Comuni, oltre alla soglia dell’Isee, è richiesta la presenza di almeno un disabile nel nucleo familiare per avere diritto all’esenzione, mentre altri si adeguano ai requisiti del bonus sociale per concedere il beneficio.