E’ fattibile andare in pensione con un numero limitato di contributi anche nel 2024. Ecco le varie opzioni disponibili:

  • Pensione di Vecchiaia con 5 anni di contributi;
  • assegno ordinario d’invalidità, con 5 anni di contributi;
  • pensione ordinaria d’inabilità, con 5 anni di contributi;
  • pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi.

Quanti anni di contributi per andare in pensione con la minima?

Pensione di Vecchiaia con 5 anni di contributi

È possibile accedere alla pensione di vecchiaia “contributiva” con soli 5 anni di contributi per coloro che sono iscritti presso una Gestione INPS e hanno iniziato a versare contributi dal 1996 in poi. Se si ha almeno 5 anni di contribuzione effettiva e si raggiunge l’età di 71 anni (età anagrafica valida fino al 31.12.2026), si ha il diritto di andare in pensione.

Assegno Ordinario d’Invalidità (Legge 222/84)

Chi è iscritto presso l’INPS o alcuni fondi sostitutivi e ha una capacità lavorativa ridotta può ottenere l’assegno ordinario d’invalidità con soli 5 anni di contributi. È richiesto un ridimensionamento permanente della capacità lavorativa e un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, di cui 3 versati negli ultimi 5 anni. Questo assegno può essere ridotto in base al reddito percepito e può essere trasformato automaticamente in pensione di vecchiaia al raggiungimento dell’età pensionabile (67 anni).

Pensione Ordinaria d’Inabilità (Legge 222/84)

Simile all’assegno ordinario di invalidità, richiede almeno 5 anni di contributi, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio, ma è richiesta un’inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa. La pensione d’inabilità è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa e viene calcolata considerando un incremento virtuale della contribuzione fino a un massimo di 40 anni tra la data di decorrenza della pensione e il compimento dei 60 anni di età.

Pensione di Vecchiaia con 15 anni di contributi

Il sistema previdenziale prevede tre deroghe Amato (la quarta non è più attiva), che consentono di accedere alla pensione con soli 15 anni di contribuzione, equivalenti a 780 settimane, raggiungendo l’età di 67 anni (fino al 31 dicembre 2026).

Queste deroghe riguardano coloro che possiedono una certa anzianità contributiva al 31 dicembre 1992, coloro che hanno ottenuto l’autorizzazione alla continuazione volontaria entro il 26 dicembre 1992 e chi ha lavorato per almeno 10 anni in modo discontinuo, insieme ad altri requisiti.

È da considerare che è possibile ottenere la pensione con 15 anni di contributi grazie al computo presso la gestione separata. In sostanza, chi decide di confluire tutti i versamenti nella gestione separata può ottenere la pensione contributiva di vecchiaia, che richiede solo 5 anni di versamenti, ma richiede un totale di 15 anni. Questo è il motivo per cui tramite il computo si ottiene la pensione con 15 anni di contributi.

La prima deroga Amato permette di ottenere la pensione con un minimo di 15 anni di contribuzione, a condizione che tutti siano accreditati entro il 31 dicembre 1992. In questi 15 anni di contribuzione possono essere inclusi tutti i tipi di versamenti, compresi quelli derivanti da lavoro all’estero, contributi figurativi e da riscatto, nonché ricongiunti presso le gestioni Inps.

Entrambi i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps e quelli iscritti presso i fondi sostitutivi ed esclusivi sono ammessi a questa deroga.

La seconda deroga Amato consente di ottenere la pensione di vecchiaia con 15 anni di versamenti e con l’autorizzazione dell’Inps al versamento dei contributi volontari entro il 26 dicembre 1992.

Va notato che non è necessario avere versato almeno un contributo volontario entro la stessa data; l’autorizzazione è sufficiente.

I 15 anni di contribuzione possono essere accumulati anche dopo il 31 dicembre 1992.

Questa seconda deroga Amato non è disponibile per coloro che sono iscritti presso le gestioni esclusive dell’Inps, come i dipendenti pubblici, poiché per tali categorie di lavoratori l’autorizzazione alla contribuzione volontaria non era possibile entro il 31 dicembre 1992.

La terza deroga Amato consente di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, a patto di avere almeno 15 anni di contribuzione da lavoro subordinato accreditati presso il fondo pensione dei lavoratori dipendenti e almeno 25 anni di anzianità assicurativa. In sostanza, il primo contributo Inps deve essere versato almeno 25 anni prima della richiesta di pensione, anche se si possiedono meno di 25 anni di contributi. Almeno 10 anni di questi 25 devono essere lavorati in modo discontinuo durante l’intera carriera lavorativa.

Il requisito dei 15 anni di contribuzione può essere soddisfatto anche attraverso il cumulo dei contributi, sommando gratuitamente i versamenti accreditati per il diritto alla pensione. Tuttavia, il cumulo è possibile solo se tutte le casse coinvolte prevedono la deroga Amato.

Va notato che la prima e la seconda deroga Amato sono valide sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi, mentre la terza è valida solo per i lavoratori dipendenti.

La pensione di vecchiaia contributiva, che può essere ottenuta da coloro privi di contributi al 31 dicembre 1995, richiede un minimo di 71 anni di età anagrafica (fino al 31 dicembre 2024) e almeno 5 anni di contributi.

Questa pensione può essere ottenuta anche da coloro che possiedono contributi al 31 dicembre 1995, ma solo se scelgono il computo presso la gestione separata Inps. In tal caso, tutti i versamenti confluiscono nella gestione separata Inps, e anche le quote di pensione originariamente calcolate con il sistema retributivo o misto vengono ricalcolate con il metodo contributivo.

Inoltre, sono richiesti requisiti specifici per aderire al computo, tra cui meno di 18 anni accreditati al 31 dicembre 1995, almeno un contributo accreditato presso la gestione separata e almeno 15 anni di contribuzione complessiva, di cui almeno 5 anni collocati dopo il 1 gennaio 1996.

In conclusione, la pensione di vecchiaia contributiva può essere ottenuta con un minimo di 15 anni di versamenti per coloro che scelgono il computo, ma sempre all’età di 71 anni. Va notato che la pensione con 15 anni di contributi può essere ottenuta solo tramite il computo, mentre l’opzione al contributivo conserva lo status di vecchio iscritto, pur applicando le regole di calcolo del sistema contributivo.