Che la stagione fosse complicata ormai era evidente a tutti, ma in casa Lazio negli ultimi giorni le cose sono precipitate completamente e ora si respira un’aria viziata. Eppure c’è chi pensa che il problema abbia radici molto profonde. “L’errore più grande è stato quello di far andare via Tare, l’artefice principale di tutti i successi della Lazio” commenta Cesar a Tag24 e poi prosegue: “Questo è il frutto di una gestione complicata e questo club non crescerà mai”. E’ arrabbiato, è deluso l’ex biancoceleste. D’altronde i 5 anni vissuti con i capitolini lo hanno reso un tifoso di questa squadra e oggi anche lui la vive con grande pessimismo, soprattutto pensando al futuro. Di seguito l’intervista completa in cui Cesar commenta il momento della Lazio e le dimissioni di Sarri.
La Lazio e le dimissioni di Sarri, Cesar a Tag24
Giorni difficilissimi per i laziali. Dopo la sconfitta contro l’Udinese e il ritiro punitivo, deciso dalla società, martedì la squadra si è ritrovata a Formello e mister Sarri, dopo aver guardato i suoi ragazzi in faccia, ha fatto un passo indietro. Un fulmine a ciel sereno? Forse, in un calcio moderno in cui nessuno si dimette più, ma no, per l’andamento dei biancocelesti in tutta la stagione. Un gruppo che, evidentemente non lo seguiva più e una società da cui forse il mister non si è sentito appoggiato. Per il Frosinone in panchina ci sarà Martusciello, che potrebbe resistere anche fino al termine del campionato, ma oggi anche il resto dello staff del tecnico toscano si è licenziato. Un terremoto vero che getta nell’incertezza tutto l’ambiente. Per commentare il momento della Lazio e le dimissioni di Sarri, Cesar, che ha vestito questa maglia nella sua carriera, è intervenuto a Tag24.
Sarri ha preso la sua decisione e si è dimesso: come hai vissuto questi giorni? Te lo aspettavi?
“Io la sto vivendo da lontano visto che ormai non abito più a Roma, ma capisco bene quanto sia complicato questo momento. Non mi aspettavo le dimissioni del mister, ma questa è la conseguenza di una gestione discutibile e complicata che ormai va avanti da anni. A farne le spese ora è la squadra. Io mi sono fatto un’idea un pò diversa e per quello che ho vissuto vi dico che Sarri non ha mai convinto del tutto questa società che però non se l’è sentita di mandarlo via, neanche in estate quando il progetto dell’uno e dell’altro non collimava più. L’errore più grande è stato quello di far andare via Tare, che è a mio avviso l’artefice principale di tutti i successi della Lazio”.
Stai dicendo che nella scelta tra Tare e Sarri il club avrebbe dovuto trattenere il direttore sportivo?
“Certo, e invece guardate come lo hanno trattato. Tare è stato mandato via per un allenatore che mi sembra fosse un pò una prima donna. Non capisco perchè siano nati dei contrasti tra loro due e non capisco perchè il club abbia scelto Sarri tra i due. Non lo dico ora, sarebbe troppo facile, ma lo dico da mesi. Questa è la conseguenza naturale di questa scelta”.
Cosa succederà adesso? Le cose possono cambiare con Martusciello?
“Le cose non cambiano da anni e non succederà di certo ora. Se la gestione del club è questa, la Lazio non crescerà mai. Cambierà l’allenatore, cambierà il direttore sportivo, ma per fare grandi cose serve una rivoluzione vera. Invece non cambierà nulla, questo è il suo modo di gestire il club e questa è la sua mentalità. Servirebbero personaggi nuovi, che possano consigliare e prendere le scelte importanti insieme a Lotito”.
Da parte dei calciatori invece ti aspettavi un atteggiamento diverso? Come dice Sarri il ciclo di molti di loro è finito?
“La Lazio ha una rosa adulta, questo è innegabile, ma quello che mi domando a questo punto è: quali giocatori prenderà il presidente in estate? Arriveranno calciatori pronti e di livello oppure ricominciamo con le scommesse? La Lazio deve puntare a tornare quanto prima nell’Europa che conta, ma per farlo servono investimenti di un certo tipo e top players che siano pronti da subito. Sinceramente io ormai sono deluso e arrabbiato per questo tipo di gestione e non mi aspetto niente di buono per il futuro. La rivoluzione si può fare, ma per farla servono giocatori conosciuti e investimenti intelligenti. Non so quali siano invece le ambizioni del presidente”.
Non arrivando in Champions però non hai neanche quella carta da giocare…
“Ma non se l’è mai giocata la carta Champions, neanche quando la Lazio ci è arrivata davvero. Figuriamoci se lo farebbe ora! Questa estate i biancocelesti sono arrivati al secondo posto e qual è stato il risultato? Cessione di Milinkovic e giocatori non pronti in arrivo e, tra l’altro, comprati in ritardo. Ecco il livello di questa società”.
Si fanno tanti nomi per la prossima stagione: da Palladino a Gattuso, fino ad arrivare al sogno Conceicao. Che ne pensi?
“Su Conceicao mi faccio una risata. Palladino invece è un profilo interessante, un allenatore giovane e che mi piace”.