L‘ernia iatale è un disturbo gastrointestinale causato dalla fuoriuscita di una parte dello stomaco attraverso il diaframma nella cavità toracica. Chi ne soffre spesso sperimenta sintomi come bruciore di stomaco, rigurgito acido e difficoltà nella digestione.

La dieta svolge un ruolo fondamentale per alleviare questa patologia, con alcuni alimenti da evitare assolutamente e altri consigliati.

Scendiamo nei dettagli e vediamo cosa mangiare e cosa evitare se soffri di ernie iatale.

Cos’è l’ernia iatale

Cos’è l’ernia iatale? L’ernia iatale è una condizione in cui una porzione dello stomaco si sposta attraverso lo iato esofageo del diaframma nella cavità toracica.

Il diaframma, una struttura muscolare a forma di cupola, separa la cavità toracica e addominale, aiutando anche nella respirazione. Lo iato esofageo è il passaggio attraverso il quale l’esofago passa verticalmente nel diaframma per entrare nella cavità addominale.

La funzione principale dello iato è impedire il reflusso degli acidi gastrici e del cibo dallo stomaco verso l’esofago. Quando, però, si soffre di un’ernia iatale, una parte dello stomaco si sposta attraverso questo spazio nel torace, causando sintomi come bruciore di stomaco, rigurgito acido e difficoltà digestive.

Cosa mangiare se soffri di ernia iatale

Alcuni alimenti raccomandati includono:

  • frutta non acida come mele, pere, banane, meloni e frutti di bosco;
  • proteine magre come uova, pollo, tacchino, manzo magro e pesce;
  • cereali integrali come pane, pasta, riso e cracker;
  • verdure come fagiolini, piselli, carote e broccoli.

È preferibile optare per yogurt magro e latte parzialmente scremato rispetto ai latticini interi. È consigliabile consumare pasti più piccoli e frequenti, evitare di coricarsi subito dopo aver mangiato e limitare il consumo di cibi che possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore, facilitando il reflusso.

Poiché le reazioni individuali agli alimenti possono variare, è importante monitorare i sintomi e personalizzare la dieta in base alle proprie esigenze. Per un piano alimentare su misura, è consigliabile consultare direttamente un gastroenterologo.

Quali cibi evitare se soffri di ernia iatale

Ecco alcuni alimenti da evitare se si soffre di ernia iatale, in quanto possono esercitare pressione sulla valvola cardiaca e causare disagio:

  • Cioccolato
  • Alcolici
  • Condimenti e spezie carminative come cannella, chiodi di garofano, menta e pepe
  • Bevande contenenti caffeina come tè, caffè, tè nero e bevande a base di cola
  • Dolci concentrati come gelatina e composti di zucchero
  • Frutta acida come limone, arancia, ananas e pomodoro
  • Cibi grassi

Inoltre, è consigliabile evitare alimenti che possono causare flatulenza e gas:

  • Avocado
  • Cavolfiore e broccoli
  • Aglio e cipolla
  • Bevande gassate e fermentate come birra
  • Carni grasse e salsicce
  • Legumi come fagioli, ceci e lenticchie
  • Frutta come melone, anguria, uva e frutta secca
  • Verdure come patate dolci, cetrioli, ravanello e rape
  • Formaggi concentrati come Roquefort e Parmigiano
  • Succo d’arancia
  • Pomodori
  • Menta

È importante notare che non tutti questi alimenti causeranno necessariamente disagio a tutte le persone con ernia iatale. Tuttavia, è consigliabile evitarli se si sperimenta un disturbo quando li si ingerisce.

Ultimi consigli per mantenere sotto controllo l’ernia iatale

Ecco alcune linee guida utili per gestire l’ernia iatale e ridurre i sintomi associati:

  • Mantieni il peso corporeo entro limiti normali per evitare pressioni intra-addominali eccessive.
  • Evita il fumo, poiché il tabagismo può aggravare i sintomi dell’ernia iatale.
  • Evita indumenti stretti che possono esercitare pressione sull’addome e aumentare il rischio di reflusso.
  • Evita di sollevare pesi e di trasportare oggetti pesanti, in quanto ciò può aumentare la pressione intra-addominale.
  • Alza la testata del letto di circa 15-20 cm utilizzando un blocco per le gambe, per favorire il drenaggio e prevenire il reflusso gastroesofageo durante il sonno.

È importante sottolineare che queste linee guida non sostituiscono il consiglio personalizzato di un nutrizionista specializzato.